Mafia, ex ispettore di polizia al servizio dei boss di Brancaccio: 3 misure cautelari a Palermo
Sfruttava l'essere stato ispettore di polizia per avvicinare ex colleghi delle forze dell'ordine e cercare di acquisire informazioni riservate da riferire poi ai fratelli Marino, indagati per mafia. Si tratta del 51enne palermitano Vincenzo Di Blasi, Ispettore di Polizia in quiescenza, scarcerato nel settembre del 2015 dopo aver scontato una condanna a sei anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Numerosi, infatti, sono i dialoghi intercettati da cui si evince una sorta di rapporto di servizio tra Di Blasi, stabilmente incaricato della ricerca di notizie, e Marino che lo retribuiva con versamenti mensili di denaro. Le informazioni riguardavano tipologia e targhe di auto con colori di serie utilizzate dalle forze dell’ordine, con l’invito a prestare attenzione anche quando a bordo del veicolo vi fosse stato un solo occupante, l’ubicazione di telecamere di sorveglianza o l’imminenza di operazioni di polizia nella zona. La Polizia di Stato, oggi, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo, lo ha arrestato e posto in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Insieme a lui sono stati colpiti da ordinanze cautelari anche Salvatore Mendola, palermitano di 56 anni, posto ai domiciliari e V.J. che è stato sottoposto all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Questi ultimi due sono accusati di favoreggiamento aggravato. Gli arresti sono il seguito del provvedimento di fermo emesso dalla D.D.A. di Palermo ed eseguito dalla Squadra Mobile nello scorso mese di novembre al termine di una complessa attività d’indagine, che aveva consentito di ricostruire, tra l’altro, gli affari criminali dei fratelli Marino con particolare riferimento al traffico di stupefacenti e alle truffe assicurative realizzate con le gravi fratture in danno delle vittime consenzienti. Dalle indagini è emerso che i Marino avevano allestito un vero e proprio apparato informativo in grado di fornire tempestivamente informazioni sulle iniziative investigative riguardanti il contesto territoriale dello Sperone. Tra i soggetti a loro disposizione, oltre a Di Blasi, anche Salvatore Mendola e un altro soggetto, sempre pronti e disponibili a fornire in tempo reale i dati identificativi dei veicoli di copertura utilizzati dalla polizia giudiziaria durante i pedinamenti.