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Mafia a Palermo, scarcerati altri due indagati del clan dell'Acquasanta

Il tribunale del riesame di Palermo ha revocato l’ordine di custodia emesso nei confronti di due indagati dell’inchiesta «Mani in pasta» sul clan mafioso dell’Acquasanta e dell’Arenella.

Si tratta di Giuseppe Bruno Todaro, difeso dall’avvocato Enrico Sanseverino, e Nicolò Todaro Bruno, assistito dagli avvocati Gioacchino e Alberto Sbacchi. Giuseppe era legale rappresentante, Nicolò socio della Impresa Bruno srl, che operava all’interno della Fincantieri: entrambi erano agli arresti domiciliari. Secondo la Dda di Palermo il Cantiere navale del capoluogo siciliano sarebbe stato ripetutamente infiltrato, negli anni, dalle cosche dei clan Fontana e Galatolo.

Il riesame nei giorni scorsi aveva annullato altre delle 91 ordinanze di custodia emesse dal Gip Piergiorgio Morosini, nei confronti di tre fantini, messi ai domiciliari con l’accusa di avere truccato corse di cavalli a Palermo e in altri ippodromi d’Italia. Si tratta di Giovanni Giannusa, Giuseppe Salamone e Mauro Parussati, per i quali l’accusa è stata derubricata in frode in competizioni sportive, senza l’aggravante mafiosa. Liberi anche Salvatore Barrale, Giuseppe Davide Pizzo, Rosolino Ruvolo, Massimo Tarantino, Daniele Santoianni, Giulio Mutolo e Domenico Zanca.

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