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Inchiesta sulla sanità siciliana, fermato un appalto da 202 milioni

Un frame delle intercettazioni

L'inchiesta sulla sanità siciliana con gli arresti dei giorni scorsi ha bloccato una gara da 202 milioni in attesa che vengano fatte le verifiche sulla commissione giudicatrice che vede come presidente un dirigente indicato proprio dall’ormai ex manager dell’Asp di Trapani.

La gara, bandita il 21 dicembre del 2016, è quella per la gestione e manutenzione delle apparecchiature elettromedicali degli ospedali e delle Asp ed è ferma all’assegnazione del terzo e quarto lotto mentre per gli altri due era stata nominata, il 7 maggio scorso, la nuova commissione giudicatrice che doveva ripartire da capo nella valutazione delle offerte.

Secondo le indagini, su questo appalto avevano messo le mani sia Candela, all’epoca manager dell’Asp di Palermo, che Damiani. Candela, con l’appoggio del suo faccendiere, Giuseppe Taibbi, avrebbe fatto in modo di favorire l'azienda Tecnologie Sanitarie, dalla quale nel 2018 gli sarebbero arrivate le mazzette. Questa azienda aveva già un contratto con la Asp di Palermo ma l’aggiudicazione dei lotti che riguardavano anche Trapani e varie altre province avrebbe permesso di far lievitare gli introiti di 2 milioni all’anno. Una gara dall'iter tortuoso: un anno e due mesi dopo il bando, nel febbraio 2018, la Tecnologie Sanitarie si aggiudica il primo e il secondo lotto - che prevedono le forniture per Palermo, Trapani, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Agrigento - ma poi il Tar aveva bloccato tutto.

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