Quasi un anno di sconto di pena per il «trattamento inumano e degradante» subito nel carcere di Caltanissetta dove Santo Porpora, 62 anni, è rinchiuso a seguito di due condanne per complessivi 10 anni e 8 mesi. Sommando anche la buona condotta, Porpora sarà libero a dicembre di quest’anno, invece che all’inizio del 2024, e sconterà la pena residua ai domiciliari. La notizia è riportata in un articolo di Riccardo Arena sul Giornale di Sicilia in edicola. Ai 690 giorni di buona condotta, si aggiungono i 322 (un giorno ogni 10 trascorsi in carcere) riconosciuti al detenuto come risarcimento per il «trattamento inumano», come prevede una legge del 2014, seguita al principio introdotto un anno prima dalla Corte europea dei diritti dell’uomo con la sentenza Torreggani. Porpora, originario di Monreale, difeso dall’avvocato Cinzia Pecoraro, era stato condannato a 2 anni e 8 mesi per droga nel processo scaturito dall’operazione «Paesan blues» e a 8 anni per la riorganizzazione del mandamento mafioso di San Giuseppe Jato. Il detenuto viveva in una cella di dimensioni inferiori a tre metri quadrati. I magistrati di sorveglianza di Caltanissetta hanno escluso la semilibertà e l’affidamento in prova ai servizi sociali, perché hanno considerato estremamente negativa la personalità di Porpora. Ma visto che ha «validi riferimenti familiari», scrivono i magistrati, gli sono stati concessi i domiciliari.