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Confini blindati e voli cancellati: l’incubo degli stranieri bloccati a Palermo

Antonello Miranda, console onorario dell'Estonia. e l'ambasciatrice Clelia Kuningas

Confini blindati, voli cancellati, soggiorni obbligati. Il blocco dell'emergenza dell'epidemia Covid-19 non ha stravolto solo le nostre vite ma anche quelle degli stranieri che si trovano in città per vacanza o per lavoro e che ora sono costretti a prolungare la loro permanenza. Tra Zone rosse e difficoltà lavorative, tanti gli intrappolati, impossibilitati a ripartire a breve per i loro Paesi d'origine. Brasiliani, estoni, lituani, coreani, ciprioti, tutti hanno chiesto aiuto al Corpo consolare che, tra onorari e generali, a Palermo riunisce 25 consolati (decano è Evgeny Panteleev, console generale della Federazione russa per Sicilia e Calabria). L'attività diplomatica è svolta da volontari ovvero senza percepire compenso.

Rosy Calamita ha la doppia cittadinanza ed è la console onoraria del Brasile per la Sicilia. «La comunità del Brasile sta affrontando non pochi problemi legati all'emergenza», dice, «il divieto di spostarsi fuori regione impedisce d'andare a Roma per rinnovare il passaporto. Così, in via del tutto eccezionale il nostro Consolato generale ha dato, pur con alcuni limiti, la possibilità di rinnovare documenti per posta. I voli cancellati hanno mandato nel panico la nostra comunità così da consolati ci siamo trasformati in agenzia di viaggi aiutando molti nostri connazionali. E poi tantissimi sono ormai senza lavoro e non riescono nemmeno a fare la spesa. Artisti, cantanti, ballerini sono senza risorse economiche. Così tramite il Corpo consolare e la Caritas, abbiamo potuto aiutare le famiglie dando alimenti a domicilio. E le uova di Pasqua ricevute da Airc e dalla onlus Movimento dei cittadini di Sicilia sono state distribuite a tutti i giovani brasiliani che non abbiano più di sedici anni».

Antonello Miranda, console onorario «ed emergianziale» dell'Estonia, ha organizzato un gruppo whatsapp con tutti i cittadini estoni che risiedono in Sicilia. Per lui, il coronavirus è stato una iattura per il concerto annullato di Anna-Liisa Eller che, lo scorso 27 febbraio, avrebbe suonato il kennel (strumento nazionale estone) ai Cantieri culturali, la mostra della pittrice Elisaveta Sivas (che ha una sorella oculista in città) ma anche per il blocco dei voli Easyjet e Ryanair per cui non esistono più collegamenti con Tallinn. «Il ministero degli Esteri estone - dice - ha di recente amplificato le competenze consolari così possiamo svolgere tutte le attività amministrative e civili di competenza».

Alessandro Palmigiano dal 2009 è console onorario della Lituania (che ha donato all'Italia 100.000 euro per l'emergenza). Oltre a promuovere attività culturali e commerciali (Vilnius e Palermo sono gemellate) svolge assistenza ai lituani di Sicilia. «Siamo aperti - dice - e costantemente reperibili per le emergenze». Anche per lui i problemi sono stati spesso correlati agli spostamenti. «Una donna separata andata in Lituania prima del blocco,lasciando il figlio al suo ex. Doveva tornare in Sicilia, dove abita, per riprenderlo e, dopo aver fatto il giro d'Europa per arrivare a Roma, è stata bloccata a Fiumicino perché con passaporto lituano: si è potuta imbarcare solo dopo il mio intervento e l'attestazione che, in Sicilia, si doveva ricongiungere al figlio».

Ma ci sono «problemi anche per una coreana, con visto temporaneo che deve rientrare - dice Antonio Di Fresco, console onorario della Repubblica di Corea e segretario generale del Corpo consolare in città - che, in assenza di voli, ha richiesto il rinnovo fino al ripristino dei voli» .E se per Claudio Gallina Montana, console onorario del Portogallo, il problema è stato quello di far rimpatriare dei siciliani per Sebastiano Provenzano e Renata Lavagnini, rispettivamente consoli di Cipro e Grecia, le difficoltà si legano al rientro nei Paesi di origine di persone che hanno usufruito dell'Ismett con cui le autorità sanitarie cipriote e greche hanno rapporti consolidati da tempo. E se gli ivoriani troveranno il consolato chiuso «perché non si può fare ordinaria amministrazione», dice il console Ferdinando Veneziani, il decano Panteleev si augura che i russi impossibilitati a tornare a casa, prigionieri del virus in città, ricevano in tempo e senza ostacoli il permesso per la continuazione forzata del soggiorno in Italia.

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