Allarme dispersione scolastica in alcuni quartieri della periferia di Palermo dove è più alto il disagio sociale. A lanciarlo i dirigenti degli istituti che temono di perdere i propri alunni e così, 24 psicopedagogisti che operano in tutta la provincia, sono impegnati attraverso telefonate alle famiglie e contatti diretti con gli adolescenti che sfuggono alle videochiamate, cercando di spiegare che la didattica a distanza non è solo lezioni e compiti a casa, ma fa parte di una crescita affettivo-relazionale. Per i 24 esperti, così come riporta Alessandra Turrisi in un articolo del Giornale di Sicilia in edicola, il dirigente vicario dell'Ufficio scolastico regionale, Marco Anello, ha disposto un'attività di supporto a distanza degli Osservatori di area, per "quella fascia di utenza già considerata “a rischio”, ma anche in generale per quelle famiglie che stanno sperimentando nuove forme di disagio e marginalità sociale". "Spariscono soprattutto gli alunni che magari condividono un telefonino con tutta la famiglia - dichiara la pedagogista Evelina Arcidiacono -, poi quelli che non ricevono l'attenzione individuale che avevano in classe, che hanno disturbi dell'apprendimento, disabilità ma anche i ragazzi che non hanno alcuna sollecitazione familiare". L'articolo completo sull'edizione del Giornale di Sicilia in edicola