Se da un lato il coronavirus ha scaraventato d'un tratto tutti quanti in una situazione che appare ancora surreale, fatta di dolorosi lutti e divieti fino a ieri impensabili. Dall'altro, c'è una società che risponde con quella solidarietà e quei gesti che, sebbene possano sembrare piccoli, sono però segnali che ci fanno riscoprire l'immagine di un'Italia unita, fatta di cittadini pronti a sacrificare qualcosa per un obiettivo comune. "Una goccia nell'oceano" è quella che ciascuno di noi può dare, ma gocce che, unite, tutte insieme possono alzare una grande onda verso il cambiamento. Ed è da questo principio che nasce l'iniziativa di un'insegnante siciliana, Patrizia Calandra, che ha deciso di rinunciare al suo bonus docente e di destinarlo alla sanità pubblica: metterlo a disposizione di medici e infermieri che sono in prima linea nella lotta contro questo "nemico invisibile". Calandra, insegnante di ruolo a tempo indeterminato di una scuola primaria di Palermo, ha scritto alla redazione di Gds.it (redazioneweb@gds.it) un'emozionante lettera carica di speranza e voglia di fare. «In questi giorni, oltre a rispettare le direttive del Decreto del Presidente del Consigio dei Ministri - scrive l'insegnante -, mi sono spesso domandata se potessi far qualcosa per "aiutare" la sanità pubblica e tutti gli operatori che ogni giorno rischiano la loro vita con coraggio ed altruismo, spesso nella totale assenza dei dispositivi medici di base che salvaguardino la loro stessa salute». «E così, riflettendo che la didattica a distanza tendenzialmente non implica alcun onere monetario per gli insegnanti e che questi ogni anno usufruiscono di una cifra a mio avviso considerevole per l'aggiornamento personale e/o l'acquisto di sussidi di vario genere a supporto della loro professione, ho pensato che almeno io, nel mio piccolo, vorrei rinunciare al bonus docente relativo al corrente anno scolastico». «So che si tratta di una goccia in un oceano, ma, come ci insegna la favola africana del colibrì "Io vorrei fare solo la mia parte"».