Giuseppe Costa, 52 anni, tre figli, muratore, è uno degli arrestato ieri dalla Dia, quale esattore del pizzo al servizio dei fratelli Scotto e dei capimafia di questo inferno palermitano. Ma Giuseppe Costa è il fratello di Rosaria, la vedova dell’agente Vito Schifani ucciso nella strage di Capaci.
La donna fu un simbolo dell'antimafia: il giorno dei funerali gridò contro Cosa nostra e le parole riecheggiano ancora oggi: "Io Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato... lo Stato... chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia. Adesso, rivolgendomi agli uomini della mafia... perchè ci sono qua dentro... e non, ma certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c'è possibilità di perdono. Io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare... ma loro non cambiano".
Parole strazianti che hanno riaperto oggi, come riporta Il Corriere della Sera, una ferita nel cuore di Rosaria Costa che, adesso, vive in Liguria.
"Sono a pezzi", dice. "Se le accuse saranno provate, dovranno buttare le chiavi della cella. La legge è uguale per tutti. Mi dissocio da tutti, da mio fratello e da questi mafiosi che avvelenano il mondo. Mi telefonano tanti adesso, dicendo che mi sono vicini. Ma non sono vicina io a quest’uomo che il destino mi ha assegnato come una croce, adesso sono pronta a ripudiarlo".
Gli inquirenti lo descrivono come pienamente inserito nelle dinamiche mafiose della "famiglia", tanto che, alla scarcerazione del boss della zona, Gaetano Scotto, per rispetto al padrino invita le sue vittime a dare il denaro direttamente a lui.
"Un fratello mafioso? La domanda mi fa morire. Se fosse vero la mia vita sarebbe finita. Avrebbe rovesciato palate di fango su me, moglie di un poliziotto...".
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