La procura di Palermo ha chiesto la condanna a un anno e sei mesi per Giovanni Giammarva, ex presidente del Palermo calcio quando l’azionista di maggioranza era Maurizio Zamparini; un anno e quattro mesi è invece la richiesta per Andrea Favatella e Michele Vendrame, ex membri del collegio sindacale del club rosanero negli anni della Serie A e della Serie B. Il processo è uno stralcio del troncone principale e si svolge col rito abbreviato davanti al Gup Michele Guarnotta, che sta giudicando Giammarva per false comunicazioni alla Covisoc, la commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche, e gli altri due imputati per falsi nel bilancio 2016.
All’origine della vicenda, il default del vecchio Palermo, dichiarato fallito nell’ottobre 2019, dopo che una prima istanza, a marzo 2018, era stata respinta tra le polemiche e con gli strascichi di un’inchiesta giudiziaria aperta a Caltanissetta.
Secondo l’accusa, Zamparini avrebbe fatto «il gioco delle tre carte» con l’affare Mepal-Alyssa cioè cercando di far figurare un credito inesistente per 40 milioni di euro, legato alla cessione del marchio del club. Giammarva, che fu presidente per 8 mesi, tra novembre 2017 e agosto 2018, dottore commercialista, esperto e autore di numerose consulenze e perizie per conto di Procura e tribunale di Palermo, «non potè non capire», secondo i pm Andrea Fusco e Dario Scaletta, ciò che stava avvenendo attorno al palermo.
Nemmeno gli altri due imputati vollero rendersi conto della situazione, pur avendo avuto tutti i campanelli d’allarme, sin da quando, a giugno 2017, venne fuori la prima notizia dell’inchiesta sul dissesto del Palermo calcio, che poi si dissolse come Unione sportiva Città di Palermo ed è stato ricostituito, con una nuova proprietà e una nuova compagine societaria, e milita oggi nel campionato di Serie D.
Caricamento commenti
Commenta la notizia