Palermo

Giovedì 28 Novembre 2024

Mafia e droga a Balestrate, due fermi: sventato il piano per un agguato

Alfonso Scalici e Maurizio Conigliaro

Mafia e droga. I carabinieri di Partinico hanno fermato Alfonso Scalici, ritenuto membro della famiglia mafiosa di Balestrate. Le accuse nei suoi confronti sono associazione mafiosa, acquisto per lo spaccio di un ingente quantitativo di cocaina ed estorsione. Nel corso dell'operazione è stato fermato anche Maurizio Conigliaro, che avrebbe acquistato da Scalici un ingente quantitativo di sostanza stupefacente. Ma non solo: i due avrebbero progettato perfino un agguato punitivo nei confronti di un ragazzo che non aveva pagato una partita di droga. I provvedimenti sono stati emessi dalla Procura – Direzione Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Palermo. Dalle indagini sarebbe emersa l’appartenenza di Scalici alla famiglia mafiosa di Balestrate (inquadrata all’interno del mandamento di Partinico), così come confermato dalle dichiarazioni rese a gennaio dell'anno scorso da Filippo Bisconti, diventato collaboratore di giustizia dopo l'arresto a dicembre del 2018 nell’ambito dell’operazione “Cupola 2.0”. Scalici che avrebbe imposto il suo potere attraverso estorsioni e intimidazioni nel territorio di Balestrate. Nei suoi confronti sono emersi indizi anche su una richiesta estorsiva nei confronti di un cittadino balestratese; sulla programmazione del furto di un automezzo a un imprenditore di Borgetto, attivo nel settore vinicolo (azione che Scalici intendeva compiere avvalendosi della collaborazione di pregiudicati contigui al mandamento di Palermo Porta Nuova); sugli illeciti nell'appalto per la gestione della locale villa comunale. E poi l'agguato programmato da Scalici per uccidere o gambizzare un ragazzo mazarese debitore nei suoi confronti e di suoi fornitori palermitani – tra i quali anche Conigliaro – di 45.000 euro dopo la cessione di 1 kg di cocaina avvenuta due anni fa. Scalici aveva chiesto la collaborazione sia di Conigliaro che di un altro pregiudicato palermitano, chiedendo il consenso a soggetti vicini al mandamento di Mazara del Vallo.

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