L'intestazione delle quote dell'azienda vinicola Calix Wine, che aveva la sede legale a Palermo e la base operativa a Camporeale, per la Dda sarebbe stata in mano ad Antonino Bonura, di Alcamo, condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa e che per questa vicenda ha avuto 7 anni; 3 e mezzo sono stati comminati a Salvatore Giordano, 2 e mezzo a Baldassare Failla. Prosciolti per prescrizione Francesco Sacco e il moldavo Vladimir Seican. Tutti rispondevano di intestazione fittizia di beni, reato non aggravata dall'agevolazione di Cosa nostra; ma i tre condannati sono recidivi e questo ha fatto allungare i termini della prescrizione. Lo scrive il Giornale di Sicilia. La recidiva non sussisteva invece per Sacco e Seican. Da qui la differenza di trattamento. I fatti risalgono al 20 aprile e al 7 novembre 2011 e al 14 giugno 2012. I difensori dei tre condannati faranno ricorso in appello. Erano state le intercettazioni effettuate dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani a fotografare la vera situazione della Calix Wine. L'inchiesta aveva preso in considerazione anche fatti diversi e nel mirino dei carabinieri erano finiti pure i fratelli Nicolò e Leonardo Coppola, pure loro arrestati alla fine di ottobre del 2015. Erano pure scattati sequestri di beni, ma poi le due storie erano state separate.