Palermo

Mercoledì 09 Ottobre 2024

Mafia, la cattura di Luisi: i sacchetti della spesa e gli "agenti inquilini"

Un latitante tradito dai sacchetti della spesa pieni zeppi che hanno insospettito quei poliziotti, che da tempo si erano finti dei semplici inquilini di quel condominio. In quel palazzo si stava nascondendo infatti uno degli astro nascenti di Cosa Nostra, un giovane che si era fatto conoscere per le sue capacità soprattutto nello smerciare droga. Gli agenti della polizia di Stato hanno posto fine alla latitanza di Pietro Luisi, 29 anni, sfuggito a due recenti blitz antimafia delle forze dell’ordine. I poliziotti hanno sorpreso il ricercato in un condominio di via Rocco Jemma, nella zona del "Policlinico", a Palermo. I sacchi della spesa che portano dunque ad un latitane. Un'operazione vecchio stampo, come ha detto il capo della Mobile Rodolfo Ruperti: niente intercettazioni, niente "diavolerie" tecniche. Solo intuito, contatti e tanto coraggio. Dalle indagini, confluite in un’operazione antimafia dello scorso luglio, è emerso come Luisi, originario del quartiere "Santa Maria di Gesù", avesse fatto carriera in Cosa nostra, divenendo un elemento di spicco di quel mandamento e del limitrofo di Brancaccio. A testimoniarlo sarebbero, secondo gli investigatori, le mansioni assunte da Luisi, in seno all’organigramma di Cosa nostra, dove sarebbe stato considerato l'uomo della cocaina, capace di tessere i contatti con le grosse famiglie della 'Ndrangheta e di fare pervenire nel capoluogo siciliano grosse quantità di cocaina da destinare, per esempio, al mercato della Vucciria. E' stata, per esempio, documentata una trattativa, condotta in prima persona da Luisi, per conto della famiglia mafiosa di "Corso dei Mille", con la famiglia Barbaro di Platì, per trattare l'importazione a Palermo di una grossa partita di cocaina. Da quando era sfuggito alla cattura, gli agenti della "Catturandi" della Mobile avevano avviato una indagine fatta anche di incessanti riscontri e verifiche su familiari e conoscenti dell’uomo. Quelle indagini, a distanza di alcuni mesi, hanno condotto i poliziotti in un condominio di via Rocco Jemma, dove alcuni familiari di Luisi sono stati visti entrare, conducendo sacchetti della spesa. Il cerchio si è ulteriormente ristretto quando i poliziotti, fintisi inquilini dello stabile, hanno registrato la presenza in un appartamento del quarto piano di alcuni conoscenti, pregiudicati e frequentatori in passato del Luisi. Nelle prime ore della mattinata è scattato il blitz che ha sorpreso Luisi ed altri due favoreggiatori nell’appartamento, Cusimano Gioacchino ed il figlio Eros. Anche gli altri due occupanti sono stati tratti in arresto per il reato di favoreggiamento.

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