"La macchina giudiziaria è adeguata per combattere la mafia". Lo ha detto il presidente della Commissione nazionale antimafia, Nicola Morra, a margine delle audizioni che si sono svolte in Prefettura, a Palermo, e che si protrarranno anche nella giornata di domani. "Nel corso delle audizioni - ha spiegato - non sono state sottolineate carenze in termini quantitativi ma si è cercato di elaborare risposte qualitative attraverso i reati spia, c'è anche una nuova fenomenologia criminale che opera rinnegando le regole di Cosa nostra, che sono sempre più difficili da trovare. Tutto questo spiega la difficoltà nel leggere il tentativo di infiltrazioni nelle amministrazioni pubbliche: prima era facile individuare soggetti che facevano da tramite, adesso ci sono sempre più colletti bianchi e non è detto che debbano avere una storia dietro che debba essere riconducibile al 416 bis". "Questo è l’avvio di un percorso di conoscenza che ci porterà nuovamente nell’Isola. Con questa visita, infatti, si è voluto fare capire che la Sicilia ha tratti che in passato abbiamo sempre unificato e che meritano, al contrario, differenziazioni", ha detto Morra. "Anche su base territoriale oltre che criminale, si è deciso di distinguere - ha aggiunto - la zona di Palermo e della Sicilia centrale dalle altre due zone che abbiamo deciso di visitare prossimamente. Ovvero la Sicilia occidentale, che avrà il suo fulcro a Trapani, la provincia dove si celebra il mito assolutamente negativo di Matteo Messina Denaro. E poi, quella orientale con caratteristiche propria di Cosa nostra etnea che ha sempre dimostrato un notevole dinamismo economico e finanziario". "Ho evidenziato alla commissione l’esigenza di introdurre nuovi strumenti legislativi perchè quelli che abbiamo sono efficaci nei confronti della mafia tradizionale, quella dei tempi di Riina, la mafia violenta delle estorsioni. Ma si stanno rivelando inefficaci nei confronti di nuovi modi di essere della mafia, che si sta evolvendo in direzione nuova. Ad esempio, alla mafia che viene definita mercatista, ovvero quella che offre sul libero mercato beni e servizi che vengono richiesti da migliaia e migliaia di cittadini, come la vendita della droga". Così Roberto Scarpinato, dopo essere stato ascoltato nel pomeriggio dalla Commissione nazionale antimafia impegnata due giorni a Palermo per un ciclo di audizioni. "Oggi i principali finanziatori della mafia sono le persone normali - ha proseguito - Migliaia di consumatori appartenenti a tutti i ceti sociali che ogni giorno a Palermo comprano dosi massicce di cocaina. Oppure quelli che giocano sui siti illegali di scommesse online gestiti dalla mafia. In questi casi cambia il tipo di rapporto perchè non è più di sopraffazione ma di libero scambio". Scarpinato, quindi, ha posto l’accento sulla necessità di introdurre dei "nuovi strumenti di legge per colpire la mafia che sempre di più si va strutturando come una massoneria deviata e che si va rendendo invisibile". Da una parte, quindi, l’esigenza di dare "una risposta forte alla mafia tradizionale militare, perchè quella continua a essere una realtà che ha una forza di riproduzione che viene dimostrata continuamente". Dall’altra, di non perdere di vista la componente più evoluta della mafia "che si va muovendo in direzioni nuove e che può sfuggire all’attenzione degli investigatori e alla repressione penale proprio perchè agisce con modalità inedite".