Rimane in carcere Antonino Borgia, l'imprenditore 51enne di Partinico che venerdì scorso ha ucciso la 30enne Ana Maria Lacrimoara Di Piazza. Il giudice ha accolto le richieste del procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e del sostituto Chiara Capoluongo anche se non ha convalidato il fermo per difetto di pericolo di fuga. L'uomo, durante l'interrogatorio di sabato scorso, subito dopo il fermo, ha confessato tutto e ha spiegato agli inquirenti di aver accoltellato e bastonato la ragazza per paura che la stessa raccontasse della loro storia che andava avanti da un anno e che svelasse di aspettare un figlio proprio da lui. Borgia ha raccontato minuziosamente cosa è accaduto venerdì, tutte le fasi e più che un raptus sembrerebbe dal racconto proprio un'esecuzione dettata da rabbia e paura. Ore di follia che poi Borgia avrebbe voluto cancellare svolgendo la sua giornata tipo tra appuntamenti di lavoro, commissioni, barbiere e bar. L'imprenditore, però, non aveva fatto i conti con i testimoni che hanno visto tutto, con le immagini delle telecamere di videosorveglianza e con le tante tracce lasciate ma Borgia, a dire il vero, appena fermato non ha nascosto nulla: ha svelato le armi del delitto e indicato dove si trovasse il cadavere di Ana. Oggi per la giovane è stato il giorno dell'autopsia all'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo, un altro giorno di strazio per la madre della 30enne che ancora non si dà pace. I risultati sono attesi entro 60 giorni e verrà svelato se la donna attendeva davvero un bambino e quante coltellate ha inferto il 51enne.