Sei ergastoli per l'omicidio del 29enne Mirko Sciacchitano avvenuto nell'ottobre del 2015, in via Falsomiele a Palermo. La seconda sezione della corte d’assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto ha condannato mandanti ed esecutori dell'omicidio di mafia che sconvolse un intero quartiere. Ventidue anni e mezzo di carcere sono stati inflitti all’unico imputato che rispondeva solo di associazione mafiosa, Giuseppe Greco, condannato nella qualità di reggente del mandamento di Santa Maria di Gesù. Ergastolo invece per Natale Giuseppe Gambino, Francesco e Gabriele Pedalino, Domenico Ilardi, Antonino Profeta e Lorenzo Scarantino. Era imputato originariamente anche il boss Salvatore Profeta, padre di Antonino, ma è deceduto. Lui, capomafia di Santa Maria, con Gambino aveva scontato 15 anni di carcere ingiusto, perchè accusato dal falso pentito Vincenzo Scarantino della strage di via D’Amelio. Entrambi avevano poi ottenuto la revisione del processo e l’assoluzione. Ora per Gambino la nuova condanna all’ergastolo. Tutto ebbe inizio il 3 ottobre del 2015: Sciacchitano fu ucciso dopo un precedente raid, che poche ore prima aveva portato al ferimento di Luigi Cona, titolare di una polleria di Falsomiele. L’agguato era stato portato a termine da Francesco Urso, accompagnato da Sciacchitano, ma la quasi immediata rappresaglia colpì solo il giovane, perchè Urso (a sua volta figlio di un altro ergastolano di via D’Amelio, Giuseppe, anche lui assolto dopo le false accuse di Scarantino) era riuscito a far perdere le proprie tracce.