E' ancora in coma farmacologico il giornalista tedesco aggredito a Palermo dopo un litigio con il figlio di una donna che voleva entrare in auto in un’area pedonale, vicino piazza San Francesco D'Assisi. L’uomo, ricoverato a Villa Sofia, è in prognosi riservata e le sue condizioni sono gravi ma stazionarie. E' stato operato per due volte, alla testa e ad un polmone. L'uomo, 48 anni, è tenuto artificialmente in coma in attesa di un miglioramento delle sue condizioni L’aggressore, S.L.B. di 19 anni, pregiudicato, è stato bloccato dai carabinieri ed è tutt'ora sottoposto allo stato di fermo, in attesa della convalida del suo arresto: l'udienza dovrebbe tenersi oggi. Dovrà rispondere di lesioni personali aggravate. L'episodio risale a sabato sera. È accaduto intorno alle 21.30, in via Immacolatella, nei pressi di piazza San Francesco D’Assisi. La donna, al volante di un'auto, accanto al figlio, voleva per forza passare da quel punto, zona pedonale e dunque vietato. In più sulla sua strada c'era uno scooter che gli sbarrava la via. Il giornalista tedesco, sposato con una palermitana e padre di una bimba di 10 anni, era seduto insieme alla famiglia, quando ha detto alla donna che da lì proprio non poteva passare. A quel punto, per "difendere" la madre, sarebbe sceso il giovane che ha sferrato due pugni al cittadino tedesco, che è caduto per terra. Scattato l’allarme sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno identificato e bloccato il giovane. «Siamo sconvolti. Non riusciamo a credere che sia potuto succedere qualcosa al nostro collega. Una persona mite, perbene, sempre disponibile. Qui da noi svolge attività di segreteria. E' davvero incredibile che a Palermo qualcuno possa rischiare la vita per avere fatto notare che una strada è chiusa al traffico», dice un collaboratore del centro culturale tedesco, dove la vittima lavora da anni. «Questa mattina (ieri ndr) lo aspettavamo al centro, arriva con la sua bici. Lui normalmente apre l’istituto e invece ho saputo che è in gravi condizioni. Abbiamo parlato con la compagna che è distrutta per quanto successo. Non ha mai smesso di piangere. L’aggressione è avvenuta davanti a lei e alla bimba di 10 anni - aggiunge il collaboratore - Il nostro collega è sempre rimasto con le mani in tasca. Non si aspettava una reazione così violenta».