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Blitz antidroga allo Zen, dopo gli arresti le madri ringraziano i carabinieri

A mano a mano che venivano eseguiti stamattina gli arresti dei giovani accusati di essere pusher alla caserma dei carabinieri il telefono ha squillato diverse volte. Erano le mamme del quartiere Zen di Palermo che ringraziavano i militari per avere liberato almeno per un periodo le strade del quartiere dallo spaccio.

L’operazione "Take and go" dei militari con il supporto dei sistemi di videosorveglianza piazzati dai militari ha sgominato una delle piazze principali dello spaccio di hashish e marijuana. Anche se in una classifica stilata dai carabinieri il primato dello Zen è stato scalzato da Ballarò e Sperone rispettivamente primo e secondo per quantità di droga venduta in città.

I giovani arrestati rispettavano dei turni di lavoro. La loro paga era 30 o 40 euro al giorno. In alcuni casi sono stati pagati con dei pezzi di hashish che potevano vendere a loro volta. Nel quartiere la collaborazione di residenti con gli spacciatori avviene per le difficoltà economiche. In tanti sono disponibili a rischiare per tenere in casa o nei magazzini alcuni chili di droga.

«Per questi la ricompensa è di 800 euro al mese. Il rischio è grande - spiegano gli investigatori - ma la povertà e la necessità porta anche a rischiare».  «C'è sicuramente il coinvolgimento di tre minorenni, ormai maggiorenni e soprattutto vi è l’attività di spaccio incessante che durava dalle 8 alle 20 come una vera e propria fabbrica a ciclo continuo e che interessava anche soggetti di minore età.  - dice Andrea Senes comandante della compagnia di San Lorenzo - I minorenni avevano ruoli che si intercambiavano tra loro, ovvero erano procacciatori, e veri e propri pusher. Allo Zen è difficile trovare i nascondigli degli stupefacenti».

Senes spiega ancora che «l'attività informativa, l’attivita di analisi e successiva di videosorveglianza ha consentito di trovare gli stupefacenti in vari punti, dai serbatoi dell’acqua alle marmitte di macchina e persino negli pneumatici delle vetture parcheggiate di persone ignare di tutto».

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