Sono stati licenziati i quattro dipendenti della Rap che avevano rubato carburante e attrezzi aziendali tra aprile 2013 e settembre 2014 e che, a seguito di indagini della Polizia Giudiziaria anche supportate da video e pedinamenti, erano stati arrestati nell’aprile del 2015. "Si chiude definitivamente un capitolo su alcuni licenziamenti portati avanti da Rap per giusta causa, che in un primo momento erano stati ritenuti illegitimi dal Giudice del lavoro con una sentenza discutibile che da subito si era appalesata assolutamente carente nella motivazione e infondata". A darne comunicazione il presidente della Rap Giuseppe Norata che per mezzo del proprio ufficio legale guidato dal dirigente Donatella Codiglione aveva fatto ricorso impugnando la sentenza. Lo stesso Giudice penale del Tribunale di Palermo, dott. Walter Turturici, lo scorso luglio, contrariamente a quanto affermato dal Giudice del lavoro aveva reso giustizia alla società chiedendo anche di procedere con l’estinzione del rapporto di lavoro e prevedendo altresì per i lavoratori la misura accessoria dell’interdizione perpetua dei pubblici uffici. Oggi con la sentenza della Corte di appello, sezione controversie di lavoro, datata 10 ottobre 2019, il tribunale accoglie l’appello fatto dalla Rap avverso l’ingiusta sentenza di primo grado, ravvisando la illegittimità della condotta dei lavoratori coinvolti. Precisano i giudici che: “Deve ritenersi dimostrata la partecipazione dei dipendenti all’attività di appropriazione integrante gli estremi dei reati loro ascritti” e pertanto ritengono legittimo, “sul piano del giudizio di proporzionalità l’applicazione della più grave sanzione del licenziamento disciplinare”. RAP, quindi, attiverà tempestivamente il definitivo licenziamento chiedendo tra l’altro di avere restituite tutte le spese del doppio grado di giudizio. La Rap li aveva licenziati ma successivamente la sentenza di primo grado del Giudice del lavoro Paola Marino, del 7 gennaio 2019, li aveva reintegrati riconoscendogli tra l’altro il pagamento della pregressa retribuzione oltre alle spese legali. In quella occasione Giuseppe Norata aveva chiesto di fare ricorso dichiarando allora che “le sentenze si rispettano ma nessuno può permettersi di danneggiare l’immagine societaria , dei tanti lavoratori onesti e della collettività per pochi che non fanno il proprio dovere”. “Evidentemente - dichiara oggi il presidente RAP - l’operato dell’azienda era stato corretto”.