"Le responsabilità della docente vanno ben oltre l'omessa vigilanza, come erroneamente e ripetutamente è stato riportato". Così il direttore dell'Ufficio scolastico provinciale di Palermo, Marco Anello, intervistato dal Giornale di Sicilia a proposito della vicenda che riguarda la professoressa Rosa Maria Dell'Aria, sospesa la primavera scorsa dopo un'istruttoria a suo carico per la proiezione di un video realizzato da un gruppo di suoi studenti dell'Iti Vittorio Emanuele III, nel quale si accostavano le leggi razziali del '38 al decreto sicurezza voluto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. Anello avverte: "Io non mollo". E si chiede "perché si sia scelta la strada di una violenta campagna mediatica, invece dello strumento legislativamente preordinato del ricorso d'urgenza. Ciò in considerazione anche del fatto - aggiunge - che tale utilizzo improprio dei mass-media proviene da un'esponente della classe docente, che dovrebbe mettere in guardia i ragazzi rispetto all'abuso dei mezzi di comunicazione". Lo scorso 23 maggio, in occasione dell'anniversario della strade di Capaci, la professoressa Dell'Aria incontrò alla prefettura di Palermo i ministri Matteo Salvini e Marco Bussetti, i quali annunciarono che il provvedimento punitivo sarebbe stato rivisto. Dopo alcuni giorni, in assenza di iniziative in tal senso, i legali della prof decisero di fare ricorso al giudice del lavoro.