I pm della Dda di Palermo hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini sull'ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino e due carabinieri. I tre furono arrestati lo scorso 16 aprile dai militari del Ros di Monreale nell’ambito delle indagini che riguardano la caccia al latitante Matteo Messina Denaro. Pochi giorni dopo il Riesame annullò gli arresti per l’ex politico Dc per «mancanza di gravi indizi di colpevolezza» mentre si trovano ancora sottoposti a misura cautelare Giuseppe Barcellona, in servizio alla compagnia di Castelvetrano, e Marco Alfio Zappala, applicato al centro operativo della Dia di Caltanissetta.
Il primo è agli arresti domiciliari, il secondo è detenuto nel carcere di Enna. L’appuntato Barcellona si occupava della trascrizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali su delega della Procura di Palermo. «Abbiamo presentato nuovamente istanza di scarcerazione - dice l’avvocato Gianni Carracci, legale di Barcellona - ma già il Riesame ha escluso che i due militari abbiano potuto favorire Cosa Nostra, per questo riteniamo inesatto il termine «talpe» utilizzato sinora per parlare dei due».
L’indagine è stata coordinata dall’aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Francesca Dessì e Piero Padova. Secondo l’accusa, Zappalà avrebbe ricevuto da Barcellona alcuni 'screenshot' di conversazioni tra due soggetti sottoposti ad indagine che riguarda la ricerca del latitante Matteo Messina Denaro. A sua volta il tenente colonnello della Dia avrebbe inviato il contenuto di questi 'screenshot' arrivano a Vaccarino noto per aver intrattenuto tra il 2006 e il 2007 una corrispondenza con Messina Denaro, attraverso una serie di lettere in cui l’ex esponente democristiano (peraltro già condannato a 6 anni e sei mesi per stupefacenti) si firmava Svetonio e il latitante gli rispondeva con lo pseudonimo di Alessio. Vaccarino è stato condannato definitivamente per traffico di droga, anche sulla base delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara, ma lo scorso scorso 27 giugno la Procura generale di Catania ha chiesto la revisione della sentenza.(AGI)
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