A pochi giorni dall'anniversario della strage di via D'Amelio, Fiammetta Borsellino ricorda il padre e torna a chiede il massimo impegno nella ricerca della verità. "Lo stesso impegno che ha caratterizzato il lavoro di mio padre e di Giovanni Falcone ma di tanti altri prima e dopo di loro". Un impegno che per la figlia del giudice ucciso dalla mafia "credo che debba essere presente ancora oggi per fare luce sulle tante omissioni e le tante irregolarità che hanno caratterizzato le indagini e i processi su via d'Amelio". Fiammetta Borsellino lo ha detto a Tv2000 nel documentario 'Il dono della luna ' (prodotto da Tv2000Factory) nell'anticipazione in onda domani alle 20.50 durante il programma 'TGtg Estate' in occasione dell'anniversario della strage di via d'Amelio compiuta dalla mafia il 19 luglio 1992. "È una richiesta - ha aggiunto Fiammetta Borsellino - che non riguarda solo la nostra famiglia, ma credo che è un qualcosa di cui tutto il popolo italiano e tutta la società si debba far carico delegando questo compito non soltanto ai magistrati e alle forze dell'ordine. Credo che ad essere stata offesa non è soltanto la buona fede e l'intelligenza della nostra famiglia ma quella di tutto il popolo italiano". "Bellezza e amore", ha proseguito la figlia del giudice, "sono le parole dominanti nella nostra vita". "Mio padre - ha infine ricordato Fiammetta Borsellino - anche nei momenti più difficili non smetteva mai di sorridere anche utilizzando come antidoto alla paura l'ironia, che permetteva di sdrammatizzare. Il 19 luglio 1992 noi eravamo ragazzi adolescenti, tra i 19 e i 22 anni. A quell'età è facile lasciarsi un po' andare e se non si trovano delle risorse interiori. Abbiamo scelto la strada della vita, se non avessimo fatto così avremmo totalmente sconfessato quelli che sono stati gli insegnamenti di mio padre".