Indagini segrete, accertamenti approfonditi e perfino una riunione in Prefettura del comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico. C'è grande allarme a Palermo sul caso del falso finanziere arrestato a palazzo di giustizia con una pistola carica e con matricola abrasa. L'uomo si è presentato a uno dei varchi di accesso presentando l'arma ma anche un tesserino di agente della Guardia di finanza. Aveva già superato il primo controllo quando uno dei carabinieri in servizio lo ha raggiunto per una verifica del documento. Il sospetto che si trattasse di una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine si è rivelato fondato. L'uomo ha infatti diversi precedenti per reati comuni ma, pur muovendosi in un giro di criminalità, non avrebbe legami con ambienti mafiosi. Il suo comportamento ha destato comunque grande preoccupazione. La pistola è considerata un'arma "professionale": si tratta di una Beretta con un caricatore di 15 colpi. La falsificazione del documento personale è un altro indizio su possibili collegamenti con gruppi organizzati. Perché il falso finanziere sia entrato armato a palazzo di giustizia non è chiaro. La Procura ha avviato un'indagine a largo raggio nel più stretto riserbo, tanto che dell'uomo non è stata rivelata neppure l'identità.