In cambio di un nulla osta per il passaggio di una struttura diagnostica a un altro consorzio sanitario avrebbe chiesto e incassato 79 mila euro. Il passaggio dell’assegno è avvenuto in un bar di Palermo sotto gli occhi di due agenti della Guardia di finanza che hanno sequestrato titolo e documenti e fermato Nicolò Ippolito, 65 anni, presidente del Gdm, uno dei più grandi consorzi siciliani di laboratori di analisi. E’ accusato di estorsione. Il gip ha convalidato l'arresto, ma non ha adottato alcuna misura cautelare per cui Ippolito è tornato in libertà. L’intervento dei militari è stato preceduto da contatti per il rilascio del nulla osta: è un documento che va presentato alla Regione perché venga dato via libera alla proprietà di un laboratorio di passare da un consorzio a un altro. Proprio questa operazione, per la quale non è previsto il pagamento di denaro, intendeva promuovere la società Karol spa che aveva acquistato un centro di analisi a Caltavuturo e intendeva sganciarsi dal consorzio rappresentato da Ippolito. Per rilasciare il nulla osta Ippolito avrebbe chiesto 79 mila euro (l'assegno è stato sequestrato dal gip) che gli sarebbero stati consegnati dal presidente della Karol, Marco Zummo, aderente all’associazione Sos impresa. Lo stesso Zummo aveva avvertito la Guardia di finanza. «La sua denuncia - dice il presidente di Sos impresa, Nino Tilotta - fa luce sul mondo della sanità siciliana in cui fatti di questa gravità sono resi possibili anche grazie a una normativa regionale farraginosa e di dubbia legittimità».