"Siamo con Carola Rackete", un cartello di associazioni di Palermo si mobilita a sostegno della capitana di Sea Watch, arrestata all'alba di ieri nel porto di Lampedusa dopo avere forzato il blocco della guardia di finanza per fare sbarcare i 41 migranti a bordo della nave da 17 giorni.
Annunciato un corteo martedì 2 luglio, alle 18, da piazza Verdi fino al porto , per chiedere il rilascio della comandante e il dissequestro della nave. Lo slogan: "Salvare vite non è reato".
L'appello a sostegno della comandante è stato sottoscritto dalle stesse associazioni che pochi giorni fa hanno organizzato il presidio sul sagrato della cattedrale di Palermo. "Siamo con Carola Rackete e con l’equipaggio della Sea Watch, senza se e senza ma - si legge nell'appello -. Hanno salvato da morte sicura 40 persone e assicurato che le loro precarie condizioni di salute non si aggravassero ulteriormente. E questo nel pieno rispetto della normativa internazionale e delle oggettive ragioni umanitarie, che non possono in nessun caso essere superate da decreti nazionali (e incostituzionali)". Le associazioni definiscono quella di Carola Rackete "una scelta inevitabile e umana".
Del cartello fanno parte, tra le altre, le associazioni: Arci - Legambiente, ACLI, ActionAid, Centro Astalli, Comunità di Sant'Egidio, Fondazione Migrantes, Gruppo Abele, Intersos, Medici Senza Frontiere, Refugees Welcome Italia, Rete Studenti Medi, Save the Children Italia, Unione degli studenti. A partecipare alla manifestazione saranno anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil: "Non ti lasceremo sola, ti sei battuta per una giusta causa, portare in salvo vite umane e saremo al tuo fianco con un popolo che prova indignazione e sgomento per quanto sta accadendo e che non vuole arrendersi a una politica fatta di odio, di sopraffazione nei confronti dei più deboli, di violenza - dichiarano il segretario della Cgil Palermo Francesco Piastra e la responsabile migranti Cgil Palermo, Bijou Nzirirane -. Restiamo umani. Se una legge è sbagliata bisogna farne un’altra. Prima viene la vita delle persone. Ci vuole una nuova legge, nel pieno rispetto dei diritti internazionali, che dia conto dei diritti e della salute delle persone. Una nuova legge che metta al riparo dalla strumentalizzazione a fini politici ed elettorali della vicenda degli sbarchi". Ha espresso la sua adesione al corteo di martedì anche la piattaforma politica Palermo Pride “Favolosamente Antifascista”. "Salvare vite non può essere un reato e a maggior ragione non può diventarlo usando il pretesto della "violenza grave a nave militare". Come se fossimo davanti ad un atto di guerra. Il vero atto di guerra, contro i diritti umani e addirittura contro l’umanità, è costringere in mare decine di persone per oltre due settimane", si legge in una nota del Palermo Pride.
Domani, inoltre, alle 11, sulla Rainbow Warrior di Greenpeace, ancorata al molo trapezoidale del porto di Palermo si terrà una conferenza stampa sul tema dell'attività di salvataggio delle navi Ong: "Salvare vite umane non è crimine". Previsti gli interventi del sindaco Leoluca Orlando, di Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia e di Luca Casarini, capo missione di Mediterranea. In programma anche un intervento telefonico da parte di Sea Watch.