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Palermo, il pm Di Matteo: "Mi candido al Csm contro le deviazioni clientelari"

Nino Di Matteo

«Ho deciso di accettare l’invito con la speranza e l’entusiasmo di dare un contributo alla spallata definitiva a un sistema non più tollerabile: le correnti sono diventate cordate di potere non solo interne, ma anche esterne alla magistratura e condizionano la carriera, e talvolta il lavoro quotidiano del magistrato». Con queste parole Nino Di Matteo, pm antimafia, spiega, in una intervista al Fatto quotidiano, la sua candidatura al Csm.

«Non sono iscritto ad Autonomia e Indipendenza, non sono iscritto a nessuna corrente e non è mia intenzione farlo. Però nutro una profonda stima nei confronti dei colleghi Ardita, che conosco da molti anni, e Davigo: hanno dato una nuova impronta alla consiliatura, decidendo come gruppo di rivolgersi a componenti esterni come me, a candidati non iscritti. È la strada maestra: l’accesso agli organi di autogoverno così come a quello dei ruoli direttivi dell’Associazione nazionale magistrati non possono essere condizionati dal criterio dell’appartenenza a correnti».

«Non ho volontà di rivalsa rispetto al passato - spiega Di Matteo -. Ci sono pagine importanti nella nostra storia, non solo questo squallore».

(ANSA)

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