Rissa in carcere al Malaspina di Palermo, 2 agenti feriti. Il sindacato: "Troppi ultramaggiorenni"
Troppi detenuti ultramaggiorenni, pochi educatori e programmi rieducativi. È questo l'allarme lanciato dal sindacato Sappe sulla situazione dell'istituto penitenziario minorile Malaspina di Palermo. C'è un ultimo caso di due agenti rimasti feriti durante una rissa tra due diciottenni carcerati. Il segretario generale del Sappe Donato Capece sostiene che non bastano 25 agenti di polizia penitenziaria addetti a mille funzioni necessarie in un istituto penale per minorenni. "Attualmente ci sono ventidue detenuti. Ma secondo noi sarebbe necessario potenziare gli organici per il recupero di ragazzi che provengono da famiglie con genitori carcerati e avvezzi alla violenza. Bisognerebbe potenziare il numero di psicologi ed educatori per avviare più programmi di rieducazione. Solo in questo modo si potrebbe allontanare questi ragazzi dalla delinquenza e reinserirli seriamente in un circuito di legalità. Oggi al Malaspina lavorano solo sei educatori e due psicologi". Un'altra problematica sollevata dal Sappe è quella della presenza negli istituti penitenziari minorili di detenuti ultraventunenni che dovrebbero tornare ad essere trasferiti nelle normali carceri. Capece sollecita le istituzioni ad intervenire: “Le carceri per minori non esistono praticamente più, visto e considerato che oltre la metà, 226 dei circa 400 detenuti presenti, è ultramaggiorenne, spesso con una personalità delinquenziale spiccata e consolidata. Non possono più essere ammissibili e tollerabili atteggiamenti prevaricatori, arroganti da parte di una utenza che ormai, è notorio a tutti, è sempre più spietata ed insofferente al regime penitenziario, sia adulto che minorile. Se a ciò aggiungiamo anche che gli istituti penitenziari minorili ospitano oggi, un numero notevole di giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 25 anni". Altra questione è il fatto che anche per gli Ipm vige la cosiddetta "vigilanza dinamica" che "oggi consente fin troppi spazi di libertà di manovra nelle strutture minorili, dove si sa benissimo che l'utenza, in tali istituti di spazi temporali di libertà fuori dalle celle ne godevano già più che in abbondanza. È ora di dire basta a istituti minorili territorio di nessuno. Non è rieducazione un istituto che mette insieme un 14enne alla prima esperienza detentiva con un 24enne dalla provata e comprovata personalità delinquenziale. La politica deve farsi carico di tale problema assumendo idonee iniziative legislative per risolvere quanto prima questa questione. Il Sappe, in merito a quanto accaduto, intende rivolgere la propria vicinanza ai poliziotti feriti nella specifica circostanza, nonché l'apprezzamento per il coraggio e le capacità dimostrate dai baschi azzurri dell'Ipm palermitano".