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Spaccaossa e falsi incidenti a Palermo: in meno di un anno 359 indagati – Nomi

Sono 359, in meno di un anno, gli indagati nelle quattro inchieste sulle bande spaccaossa a Palermo. L’ultima, denominata «Over», ieri ha portato all’arresto di 16 persone a Palermo.

Ma complessivamente, come scrive Sandra Figliuolo sul Giornale di Sicilia in edicola, gli indagati sono 53. L’accusa è di aver organizzato una ventina di falsi incidenti, procurando lesioni a vittime compiacenti per truffare le assicurazioni. Il giro di affari scoperto è di almeno 2 milioni di euro.

Tra gli indagati ci sono nove persone finite in carcere: Salvatore Andrea e Domenico Cintura, Luca Reina, Alessio Cappello, Giovanni Napoli, Alessandro Bova, Antonino Buscemi, Sufiane Saghir e Giuseppe Orfeo. Altre sette sono ai domiciliari: Giovanni Viviano, Claudio Baglione, Giuseppe Cintura, Davide Mazzola, Cristian Neri, Letterio Maranzano e Salvatore Fasullo.

Per altri venticinque è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: Giuseppe Monti, Vito Virzì, Manlio Lo Piccolo, Concetta Di Carlo, Silvestro Lo Sasso, Francesco Tosco, Salvatore Chiodo, Vincenzo Castellini, Gianmarco Maniscalco, Giuseppe Bondini, Francesco Mutolo, Giuseppe Gallo, Giovanni Salvatore Norfo, Giovanni Armanno, Angelo Lo Pinto, Davide Giammona, Giovanni Calì, Francesco Dragotto, Giovanni Zinna, Nunzio Russo, Leonarda Amato, Rita Arceri, Marco Cardella, Domenico Celestia e Davide Mendola.  Altre dodici persone risultano indagate a piede libero: Franco Arnone, Luisa Vaccaro, Maria Carmelina Viola, Luca Chiovaro, Fabio Corona, Mario Piccione, Salvatore Rovetto, Emanuele Cimino, Davide Corona, Andrea Pistoia, Margherita Armetta e Domenico Tantillo.

LE ALTRE INCHIESTE. Restano in cella trentotto persone bloccate il 15 aprile scorso con le operazioni «Tantalo bis» della squadra mobile e «Contra fides» della guardia di finanza. Si tratta di Carlo e Gaetano Alicata, Filippo Anceschi, detto «il nano», Salvatore Arena, detto «Mandalà», Gioacchino Campora, detto «Ivan», l'avvocato Graziano D'Agostino, Rita, Salvatore, Giuseppe e Maria (detta «Mary») Mazzanares, Salvatore Di Gregorio, detto «Salvino», Giuseppe Di Maio, detto «fasulina», Piero Orlando, detto “Sh”, Mario Fenech, Vittorio Filippone, Gesuè Giglio, Vincenzo Peduzzo, Alessandro, Natale ed Alfredo Santoro, Antonino Saviano, Letizia Silvestri, Monia Camarda, Vincenzo Cataldo, Orazio Falliti, Gaetano Girgenti, Benedetto Mattina, Mario Modica, Cristian Pasca, Giovanni Napoli, Antonino Di Gregorio, Patrizia Alaimo, Ermanno Campisi, Emanuela Gallano, Fabio Riggio e Domenico Schillaci, per i quali i giudici hanno rigettato il ricorso. Restano in carcere anche gli unici due indagati che hanno deciso di non appellarsi al riesame, cioè Giovanna Lentini e Salvatore Di Liberto.

L'inchiesta - il cui primo troncone era stato messo a segno ad agosto - è coordinata dai procuratori aggiunti Ennio Petrigni e Sergio Demontis, con i sostituti Daniele Sansone, Alfredo Gagliardi, Francesca Mazzocco ed Andrea Zoppi.

Regge, dunque, davanti al tribunale del Riesame l'impianto accusatorio delle indagini. Su quaranta indagati che in queste settimane hanno presentato ricorsi, soltanto per una, Giuseppa Rosciglione, l'ordinanza di custodia cautelare è stata annullata ed i giudici hanno disposto la scarcerazione. Ad altri tre - Maria Silvestri, Alfonso Macaluso ed Antonino Giglio, detto «Tony u pacchiune» - sono stati invece concessi gli arresti domiciliari.

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