Sarebbero due i killer che secondo gli investigatori hanno sparato al commercialista Antonio Di Liberto, assassinato due giorni fa a Belmonte Mezzagno.
Gli investigatori hanno accertato che sono state utilizzate due armi: una pistola calibro 7,65 e un fucile. Con la pistola sono stati sparati quattro colpi contro il parabrezza dell’auto guidata dal commercialista, altri due colpi sono partiti da un fucile contro il finestrino della Bmw.
Le indagini dei carabinieri del nucleo operativo di Palermo, coordinate dalla Dda, proseguono a ritmo serrato. Oggi a Belmonte Mezzagno saranno celebrati i funerali della vittima.
Il movente, anche se per le modalità di esecuzione sembra un delitto di mafia, è ancora tutto da verificare. Ma gli investigatori ipotizzano che la vittima, che è anche cugino del boss pentito Filippo Bisconti, conoscesse i suoi assassini.
L’auto del commercialista, infatti, era ancora accesa quando sono arrivati i carabinieri e poichè si tratta di un veicolo con le marce automatiche, secondo gli inquirenti è stato lo stesso Di Liberto ad arrestare la macchina. Dunque potrebbe aver parlato con chi poi lo ha ucciso.
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