Il missinario palermitano Biagio Conte ha iniziato lo sciopero della fame contro l'espulsione di Paul, un ghanese che da 10 anni vive alla Missione Speranza e Carità, fondata e diretta dal frate laico. Da questa mattina per protesta il missionario ha deciso di restare nel luogo in cui venne ucciso Padre Pino Puglisi, a Brancaccio, quartiere in cui ha sede il commissariato in cui Paul deve recarsi a firmare ogni giorno. «Non cacciate Paul. Da 10 anni vive con noi, fa l’idraulico, ha sempre vissuto con grande spirito di servizio, di generosità e di onestà. Ha aiutato tanti fratelli italiani e stranieri che dormivano per strada. Ha riparato i bagni della grande casa che è la Missione» dice nell'appello Biagio Conte. Paul è un ghanese di 51 anni che ha ricevuto il decreto di espulsione dopo 17 anni trascorsi in Italia. Dalla Missione dicono che aveva il permesso di soggiorno lavorativo ma poi è stato male, ha perso il lavoro e da anni vive nella missione visitata anche da Papa Francesco a Palermo lo scorso settembre. Il pontefice ha mangiato nella mensa di via Archirafi con gli ospiti. «Lo hanno portato in questura, poi dal giudice di pace - dice fratel Biagio - Ora abbiamo contattato un avvocato e abbiamo fatto ricorso. Per ora Paul deve firmare al commissariato Brancacccio ecco perchè da stamattina mi sono sistemato nel luogo del martirio del beato Pino Puglisi. Non mangerò, pregherò, e non mi muoverò da qui finché non si farà giustizia verso Paul». «Paul non è un delinquente - dice il missionario - È un disperato. In 10 anni di permanenza nell’Italia non ha mai commesso un reato. È una persona giusta. Non potete condannare un giusto. Questa ingiustizia ritornerà male per tutta la nostra società. L’Italia era un Paese aperto, generoso cosa sta succedendo?». Biagio Conte rivolge un appello a Papa Francesco al presidente della Repubblica, al presidente della Regione, al prefetto, al questore, al sindaco affinchè trovino una soluzione per non espellere Paul.