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Falsi incidenti e spaccaossa da Palermo a Riccione: fratture anche in trasferta

Franco Mocciaro che dopo l'arresto ha deciso di collaborare

Perché simulare incidenti con una sola vittima, quando utilizzando semplicemente un furgoncino se ne possono mandare in ospedale ben sei? Come si legge sul Giornale di Sicilia oggi in in edicola, la banda degli spaccaossa avrebbe tentato anche questa strada per poter truffare una compagnia assicurativa e lucrare ancora di più sulla richiesta di risarcimento.

Il finto sinistro, peraltro, non sarebbe stato messo in scena a Palermo, ma in trasferta a Riccione e una delle vittime compiacenti sarebbe stata addirittura alla sua seconda esperienza con le fratture procurate con il lancio di pesi in ghisa e mattoni di tufo o a colpi di spranga.

La vicenda emerge dalle quasi mille pagine che compongono il fermo «Tantalo bis» della squadra mobile e «Contra fides» della guardia di finanza, che vede indagate in tutto 246 persone.

A svelarne i contorni sono soprattutto i tre collaboratori di giustizia, Franco Mocciaro, la moglie Anna Conte e Salvatore La Piana, che erano finiti in cella con il primo troncone dell'inchiesta, ad agosto dell'anno scorso.

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