Droga in auto mentre era con la madre, assolto a Termini Imerese: "Non era spaccio ma uso privato"
E’ la triste storia di un giovane tossicodipendente in cura al Servizio per le tossicodipendenze con somministrazione di metadone per dipendenza da eroina e cocaina, ma ancora assiduo assuntore di hashish. La vicenda risale a poco più di 2 anni fa, esattamente l’11 ottobre del 2016, quando l’uomo si metteva alla guida dell’auto di famiglia per recarsi in compagnia della madre al carcere Ucciardone di Palermo. Motivo: far visita al fratello detenuto, pure lui assuntore di sostanze stupefacenti. Una volta giunti presso la casa circondariale, il giovane convince la madre ad entrare da sola per il colloquio in carcere con l’altro figlio, mentre lui sarebbe dovuto rimanere fuori ad attenderla. Le cose vanno diversamente: l’uomo si mette alla ricerca di uno “spacciatore” che gli potesse fare acquistare della droga da fumare a “buon mercato”. La mamma entra in carcere ed in poche decine di minuti l’uomo riesce a comprare un panetto da 100 grammi di hashish al costo di 180 euro. Ritorna al parcheggio del carcere ed attende la madre. Entrambi si rimettono in macchina e percorrono l’A/19 direzione Catania. La madre è ignara di tutto. Una madre è un insegnante di scuola, mentre il padre ragioniere in pensione. Una famiglia per bene e stimata da tutti in paese che tuttavia deve fare i conti ogni giorno con la tossicodipendenza dei due figli maschi. Per soddisfare le sempre più crescenti esigenze di consumo, per il “bene” dei figli i genitori ogni settimana danno ad entrambi dei soldi per l’acquisto della sostanza stupefacente. Il giovane infatti, aveva appena ricevuto la “paghetta settimanale” dalla madre ed ha subito pensato, una volta arrivati a Palermo, di comprare la droga. Al rientro verso casa, appena percorsi una decina di chilometri, l’auto viene fermata da una pattuglia dei carabinieri. L’agitazione dell’uomo alimenta subito i sospetti dei militari che lo sottopongono a perquisizione. Il giovane però consegna spontaneamente il panetto di hashish nascosto dietro il sedile dell’autovettura. A questo punto, viene tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Il giudice convalida l’arresto e lascia il giovane a piede libero in attesa di essere processato. A distanza di quasi 2 anni arriva la sentenza di assoluzione emessa dal Giudice di Termini Imerese, Claudia Camilleri, in seguito al giudizio abbreviato condizionato all’acquisizione di documentazione, chiesto dall’avvocato Fabio Trombetta. “E’ stato dimostrato che il mio assistito -dichiara l’avvocato Trombetta- oltre ad essere inserito in un contesto familiare sano ed economicamente agiato, risulta in cura presso il Sert per la problematica della tossicodipendenza. Inoltre non sono state rinvenute in suo possesso somme di denaro del quale lo stesso non abbia potuto giustificare la provenienza e presso la sua abitazione non è stato rinvenuto altro stupefacente o alcuno strumento atto alla pesatura della droga o denaro di dubbia provenienza. Circostanze queste che, unite all’elevato consumo di droga per uso personale che lo stesso imputato ha riferito di fare, spiegando persino di portare l’hashish ad ebollizione per ricavarne un prodotto finale più puro, hanno convinto il giudice all’assoluzione”. Il giovane infatti, durante il racconto in una delle aule del Tribunale di Termini Imerese, ha spiegato al Giudice che l’ebollizione fa ridurre l’hashish da 100 grammi iniziali a 30 grammi finali. Ha concluso la deposizione dicendo che la sua dose giornaliera era di un grammo la mattina ed un grammo la sera. Proprio questi sarebbero stati i motivi che hanno indotto il Giudice a ritenere che la sostanza stupefacente fosse stata acquistata senza finalità di spaccio, ma solo per uso personale. Così l’uomo è stato assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste”.