Inaugurazione anno giudiziario, Frasca: "Mai accertati rapporti tra le Ong e gli scafisti, più sbarchi fantasma"
Se da un lato si riducono gli sbarchi "ufficiali" dei migranti sulle coste della Sicilia occidentale, dall’altro lato aumentano, in maniera vertiginosa, i cosiddetti "sbarchi fantasma". E’ l’allarme contenuto nella relazione d’inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto di Palermo. "Oltre alle impervie e insicure traversate di cittadini extracomunitari, ammassati, a centinaia, in condizioni disumane su barconi fatiscenti - scrive il presidente della Corte d’appello Matteo Frasca - vengono realizzati altri sbarchi, specie dalle coste tunisine verso quelle siciliane, attraverso mezzi più sicuri e veloci riguardanti numeri ridotti di immigrati - di una o poche decine- che, giunti a destinazione, riescono a sfuggire ad ogni vigilanza e ad operare al di fuori dei circuiti istituzionali dell’accoglienza. Per rispondere alle politiche di contenimento e di controllo dei flussi degli immigrati adottate dagli Stati, la criminalità organizzata, dunque, si è attrezzata per offrire nuovi servizi volti a rendere le traversate più sicure, ovviamente in cambio di retribuzioni maggiorate con lauti guadagni, ma anche, e soprattutto, a garantire la non identificazione dei soggetti sbarcati da parte delle autorità nazionali, e ciò sia per assicurare una loro maggiore libertà di movimento una volta giunti a destinazione sia, anche, come spesso accertato dalle indagini, per consentire ai ricercati nei Paesi di origine di sfuggire alla polizia o per assicurare l’anonimato di quei soggetti che si recano in Europa con finalità terroristiche". La Procura di Palermo non ha mai accertato la relazione tra Ong e scafisti. E’ l’analisi che affiora dalla relazione del presidente della Corte d’Appello di Palermo presentata nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. "Col mutare del panorama internazionale dei soccorsi in mare che, per un certo periodo, hanno registrato l’incessante attività delle imbarcazioni delle ONG, la DDA di Palermo ha dovuto affrontare anche il diverso problema del ruolo degli stessi soccorritori talvolta accusati di favorire l’immigrazione clandestina o, addirittura, di essere partecipi alle associazione criminali. In diversi procedimenti - sottolinea Frasca - non solo sono state svolte indagini al fine di ottenere dati di conoscenza più nitidi, ma sono state affrontate questioni giuridiche di eccezionale complessità. Questa attività ha comportato l'emissione di alcune richieste di archiviazione, accolte dal Giudice per le indagini preliminari, che, per la loro rilevanza argomentativa, sono state pubblicate in diverse riviste giuridiche e costituiscono un primo momento di orientamento giurisprudenziale in materie così complesse e ancora sconosciute".