Era il 12 novembre del 2003 quando l'Italia fu devastata dalla notizia della strage di Nassiriya, in Iraq. Quel giorno un’autocisterna blu irruppe nella base Maestrale di una delle due sedi dell’Operazione Antica Babilonia ed esplose. Quel botto dilaniò i corpi di 19 italiani e, anche se a molti chilometri di distanza, fu come se quel boato fosse stato udito anche nel nostro Paese.
"L'11 settembre italiano", dissero e scrissero molti in quei giorni. Il bilancio fu devastante: 28 morti, dei quali, come detto, 19 italiani (di cui dodici carabinieri, cinque militari e due civili). La Sicilia pagò il prezzo più alto; persero la vita Giovanni Cavallaro, sottotenente, originario di Messina; Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante di Messina; Giuseppe Coletta, brigadiere di Avola; Ivan Ghitti, brigadiere di San Fratello; Domenico Intravaia, vice brigadiere di Palermo; Horacio Majorana carabiniere scelto, di Catania; Emanuele Ferraro, caporal maggiore scelto di Carlentini”.
E anche oggi, così come avviene ogni anno, si sono svolte diverse le manifestazioni in ricordo delle vittime. A Palermo, presso la sede dell'Ars si è svolta una cerimonia alla presenza del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
A fare gli onori di casa, il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè: "Sono trascorsi quindici anni e tutti abbiamo ancora impresse nella memoria le terribili immagini della strage di Nassiriya. Oggi siamo qui per ricordare quei ragazzi, le loro storie, il loro estremo sacrificio – ha sottolineato -. Commemoriamo questi eroi del nostro tempo, affinché i loro nomi, di fedeli e coraggiosi interpreti del nostro impegno al servizio della collettività, rimangano sempre impressi nella nostra memoria”.
“Che il ricordo dei caduti a Nassirya accompagni ciascuno di noi ogni giorno, che il loro nobile sacrificio ricordi quanto è ancora impervia la strada che conduce alla pace e ai diritti – ha detto il presidente dell’Ars -. Le uniche cose per cui vale la pena combattere, le uniche cose senza le quali non vale la pena vivere”.
“Oggi ricordiamo le vittime della violenza del terrorismo di Nassirya, uomini andati a difendere la pace, la libertà a migliaia di chilometri dall’Italia, in difesa dei valori che contraddistinguono l’Unione europea, grazie alla quale viviamo in pace da 70 anni”, ha detto Tajani.
"La Sicilia è la regione che più di tutte ha pagato un contributo di sangue in quello che è stato il primo attentato nei confronti dei contingenti italiani. Oggi noi ricordiamo soprattutto i nostri caduti dell’Arma e dell’Esercito e civili che persero la vita a Nassirya ma soprattutto il 12 novembre ricordiamo tutti coloro che sono caduti nei vari attentati terroristici". Lo ha detto il generale di Brigata della Legione dei Carabinieri di Sicilia, Giovanni Cataldo, a margine della commemorazione.
Dopo gli interventi di Miccichè e Tajani, a Sala d’Ercole si è svolto un concerto dell’orchestra del Teatro Massimo diretta dal maestro Gabriele Ferro, che ha eseguito brani di Mozart. Il concerto è stato aperto con l'esecuzione dell'Inno di Mameli, a cui è seguito un minuto di silenzio.
Prima della commemorazione, nel cortile Maqueda di Palazzo dei Normanni, il presidente Miccichè e il presidente Tajani hanno deposto una corona di alloro davanti alla lapide che ricorda i caduti. Alla cerimonia hanno preso parte il vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, alcuni componenti del governo regionale, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, deputati regionali e nazionali, le massime autorità civili e militari e i familiari delle vittime.
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