Dodici morti e un disperso. Al dolore per le vittime della furia del maltempo a Casteldaccia e a Cammarata si aggiunge l'angoscia per la scomparsa del medico palermitano Giuseppe Liotta, 40 anni, che aveva cercato di raggiungere Corleone per essere regolarmente al lavoro nonostante l'allerta meteo. Da sabato non si hanno sue notizie. Ieri sera i carabinieri hanno trovato il suo giubbotto in località Scalilli a pochi chilometri da Corleone. Probabilmente ha tentato di raggiungere a piedi il paese.
La sua ultima telefonata ha avuto come destinataria la moglie Floriana, pediatra oncoematologa, con cui ha due figli piccoli. Era allarmato, ha detto di essere confuso e di non capire dove si trovasse. Ha chiesto alla moglie di geolocalizzarlo attraverso il telefonino per i soccorsi, ma dopo quella disperata conversazione nessuna sua notizia. L'auto, la Tiguan di colore bianco è stata ritrovata chiusa a chiave in contrada Raviotta. Anche i droni vengono impiegati per cercarlo e oggi si alzeranno in volo anche gli elicotteri.
Giorgio Trizzino, medico, collega di Liotta e deputato del movimento 5 Stelle dice: "Giuseppe era venuto a trovarmi nella mia stanza in direzione sanitaria al Di Cristina per comunicarmi che aveva vinto il concorso a tempo indeterminato all'ospedale di Corleone. Me lo disse con un tono felice ma allo stesso tempo rattristato perché lasciava l'ospedale dei bambini dove per anni aveva lavorato a tempo determinato". "Ho una famiglia ed ho bisogno di certezze, mi disse - aggiunge - Io risposi che forse avrebbe potuto attendere che l'ospedale dei Bambini bandisse anche per lui un posto a tempo indeterminato, ma sorridendo mi rispose che non poteva farlo. Doveva andare a Corleone.
Per raggiungere il suo posto di lavoro a Corleone aveva deciso di prendere una scorciatoia in mezzo ai campi devastati dall'alluvione, ma non aveva considerato l'insidia di un'onda di acqua e fango che lo ha travolto.
A Casteldaccia intanto regna il dolore. E si contano le bare, trasferite nella chiesa della Madonna di Lourdes in piazza Ingastone a Palermo. Lì è stata allestita la camera ardente. I funerali delle nove vittime saranno celebrati domani alle 11 nella Cattedrale di Palermo. Ne dà conferma il parroco della cattedrale, Filippo Sarullo. Non è ancora chiaro chi sarà chiamato a celebrare le esequie in quanto monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, si trova all'estero.
Le due famiglie (nove persone, compresi due bimbi e un adolescente) rimaste intrappolate dentro una villetta di Casteldaccia, una delle aree più cementificate del Palermitano, era stata costruita abusivamente a due passi dal torrente Milicia, non nuovo a esondazioni. Una coppia, invece, - lei tedesca, lui siciliano - ha perso la vita nell'Agrigentino, a Cammarata, dove negli anni si è costruito fino ad annullare la linea di confine con il vicino comune di San Giovanni Gemini, anch'esso inarrestabile nell'avanzata cementizia. Si muore anche nell'entroterra del Palermitano, a Vicari, nei paraggi di una delle strade più disastrate della Sicilia, la Palermo-Agrigento. Lì la furia dell'acqua ha sbalzato fuori dalla sua Jeep un uomo di 44 anni, che è stato trovato incastrato sotto un guardrail. La vittima è Alessandro Scavone, 44 anni, era consigliere comunale a Salemi, nel Trapanese,
I morti della Sicilia si aggiungono alle altre 18 vittime che il maltempo ha fatto in una settimana nel Paese. Ed il bilancio complessivo è di 30 vittime.
Il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, che come il premier Giuseppe Conte ha sorvolato l'area di Casteldaccia, parla di "disastro totale". Mentre il capo del governo arrivava in Sicilia annunciando interventi per un miliardo sul territorio nazionale contro il dissesto del territorio e un decreto per lo stato d'emergenza in più regioni, a Trieste il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso ai parenti delle vittime "la vicinanza dell'Italia e una solidarietà piena e concreta". Ma la giornata riserva uno spazio anche alle polemiche: al governatore Nello Musumeci è impedito ("dal protocollo", secondo quanto riferisce il prefetto di Palermo Antonella De Miro) di unirsi a Conte per far visita ai parenti delle vittime nell'obitorio del Policlinico. In serata il presidente della Regione - dopo aver sentito Conte che nega di aver dato quelle disposizioni - chiede l'allontanamento della rappresentante del governo.
Il conto di un'era di incuria sembra arrivato tutto in una volta, con la furia dell'acqua che ieri sera ha trascinato via le vite di Antonio Giordano, 65 anni; della moglie Matilde Comito, 57 anni, e dei figli Marco, 32 anni, e Monia, 40 anni, sposata con Luca Rughoo, due figli: Francesco, 3 anni, morto, e Manuela, 13 anni, sopravvissuta perché insieme al padre e alla cugina Asia era andata a comprare dei dolci poco prima che nella villetta di Casteldaccia l'acqua arrivasse fino al soffitto. E ancora: Nunzia Flamia, 65 anni, madre di Luca, che qualche ora prima della tragedia aveva postato sul suo profilo facebook le foto dei regali per i bimbi che poco dopo avrebbero perso la vita. Cioccolato e leccornie, com'è tradizione in Sicilia per la festività dei morti, erano ammucchiati su un tavolo insieme ai melograni. E' morta Stefania Catanzaro, 32 anni, moglie di Giuseppe Giordano (figlio di Antonio e Matilde), salvatosi perché la furia dell'acqua l'ha scaraventato su un albero. Oggi, nell'obitorio del Policlinico, il sopravvissuto piangeva anche la scomparsa dei figli Rachele, di un anno, e Federico di 15.
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