Non nelle campagne sperdute di Caccamo o di Ventimiglia di Sicilia, non nella diga Rosamarina: una pista per ritrovare Santo Alario, 42 anni, il dipendente del bar «Avana Cafè» di Capaci originario di Villabate e scomparso nel nulla dallo scorso 7 febbraio, porta invece ben lontano da Palermo e dal suo hinterland e arriva fino a Roma, addirittura al «Camping River», il campo rom sgomberato alla fine dello scorso luglio. Lo rivela in esclusiva il Giornale di Sicilia oggi in edicola. In diversi video girati da televisioni locali in quella circostanza, infatti, viene inquadrato un uomo - che somiglia moltissimo ad Alario - sdraiato in mezzo ad altre persone, che appena si accorge delle telecamere si copre il viso prima con la mano e poi con una telo bianco. Finora l’ipotesi era che Alario sia stato invece ucciso dall’ultima persona che l’avrebbe visto, ossia Giovanni Guzzardo, titolare del locale in cui lavorava.