Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Villa ai rom a Palermo, proteste ma il Comune va avanti. L'assessore tra i residenti, momenti di tensione

Momenti di tensione nel pomeriggio in via Felice Ienna a Palermo dove sei famiglie palermitane, con bambini al seguito, hanno occupato la villa confiscata alla mafia e che il Comune ha destinato ai rom rimasti senza un tetto dopo gli interventi al campo nomadi della Favorita. Sul posto si è recato l'assessore comunale alle Attività sociali Giuseppe Mattina: "Le famiglie che hanno occupato la villa in via Felice Emma dovranno essere sgomberate in tempi rapidi. E' un problema di legalità. Siamo entrati in possesso della struttura confiscata da due giorni fa, la riteniamo idonea ad accogliere le famiglie rom". L'assessore lo ha detto durante l'assemblea con un gruppo di residenti radunati davanti alla villa per protestare contro la scelta di assegnarla ai rom. L'assessore si è recato nella zona dei Pagliarelli con alcuni consiglieri comunali del Pd e consiglieri di circoscrizione per spiegare ai residenti la decisione di assegnare la villa a due delle 13 famiglie rom che dovranno lasciare il campo della Favorita per ordine della magistratura. Una posizione contestata da alcuni residenti. "Le case le devono dare prima agli italiani - urla una donna - Non accetteremo mai i rom. I miei figli devono potere giocare serenamente come hanno fatto e invece con loro qui io sono terrorizzata". I residenti in questa protesta sono sostenuti da esponenti di Forza Nuova e del movimento "DiventeràBellissima" del governatore Nello Musumeci. "Questo di via Felice Emma non sarà il solo posto dove saranno portate le famiglie che vivono nel campo rom. Abbiamo altre case dove porteremo uomini, donne e bambini. Il piano - ha proseguito l'assessore - sarà rispettato senza slittamenti". LA VILLA ASSEGNATA AI ROM. C'è anche una fontana, oltre al posto auto e un ampio spazio verde con alberi e palme, nella villa in via Felice Emma confiscata alla mafia e assegnata a due delle undici famiglie sgomberate dal campo nomadi della Favorita, sequestrato dalla magistratura. Si tratta di un immobile con due corpi e uno spazio comune, nella cassetta delle lettere è segnato il nome dei vecchi proprietari Di Fresco-Cancemi.

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