Uscita di sicurezza chiusa, parcheggio senza illuminazione, personale ridotto all’osso costretto persino a igienizzarsi la divisa in casa. In queste condizioni si lavora all’ospedale Ingrassia. L’allarme è lanciato dal sindacato degli infermieri Nursind. In una nota a firma di Giuseppe Giammalva, segretario aziendale Nursind dell’Asp, sono segnalati tutti i problemi e le carenze della struttura. “Di recente – spiega Giammalva - è stata disposta la chiusura, durante la notte, dell’unica uscita definibile anche di sicurezza: provvedimento che il sindacato Nursind ha contestato con una nota protocollata con la quale abbiamo avvisato l’amministrazione della pericolosità di mantenere chiusa l’uscita. La tragedia aspetta dietro l’angolo, eppure la sicurezza è il diritto più importante che è stato riconosciuto per legge al lavoratore”. Quindi altra questione: l’area di parcheggio è sprovvista d’illuminazione ed è incustodita nonostante la presenza di un custode h 24. Bisognerà attendere la prima aggressione ad un infermiera, o una chiamata in reperibilità del personale medico che, costretto a parcheggiare al buio e lontano dall’ingresso dell’ospedale, tarderà nel suo dovere per risolvere il problema illuminazione?”. Il Nursind, guidato a Palermo da Aurelio Guerriero, ricorda quindi che “il personale sanitario, ridotto all'osso, lavora con grande professionalità ed abnegazione, immerso tra mille difficoltà: i dipendenti sono costretti persino a portare a casa le divise e a provvedere in autonomia all’igienizzazione, questo è il più pesante caso di diritto alla sicurezza fisica e batteriologica negato al personale”. In tema di personale, il sindacato degli infermieri segnala che “sono state negate le stabilizzazioni previste dalla legge, i trasferimenti, non tutti, per avvicinarsi alla propria famiglia, le proposte contrattuali non sono apprezzabili e competitive rispetto alle proposte degli altri enti". Sicurezza negata, dunque, "come negate sono anche le condizioni minime indispensabili per poter lavorare. Niente divise pulite se non a proprie spese. Eppure il contratto prevede questi diritti. Attendiamo, dunque, che la Direzione guardi il nuovo contratto, non firmato dalla nostra organizzazione sindacale, legga anche la parte sui diritti e li attui. Saremo sempre vigili sui temi della sicurezza dell’ambiente di lavoro. Speriamo che si intervenga prima possibile e che non si debba prima piangere, come spesso siamo abituati a vedere dalle nostre parti”. Emanuele Scarpuzza, direttore di presidio dell’ospedale Ingrassia, replica: “Il comunicato parla di insicurezza ma non è così, è assolutamente esagerato. Nel parcheggio ci sono ben sei telecamere della videosorveglianza, più un posto fisso della vigilanza. Non ci sono stati aggressioni, furti o niente del genere, fermo restando che c’è la ditta che ha vinto l’appalto che deve modificare l’impianto elettrico. Per quanto riguarda il servizio di lavanderia è attivo e funzionante. Ritirano lo sporco e consegnano il pulito. Dobbiamo verificare se rispettano i tempi ma il servizio funziona. Sulla porta in questione possiamo dire per ben tre volte è stato ripreso dalle telecamere una persona che due volte ha scassinato e rubato i computer e il filmato è stato consegnato alle autorità. Ora quella porta è stata chiusa in modo tale da garantire una certa sicurezza, fermo restando che ci sono altre vie per uscire che vanno all’esterno. L’ufficio tecnico si è attivato affinché quella porta venga aperta solo dall’interno e non dall’esterno. Ritengo il comunicato pretestuosamente polemico e allarmistico. Ci sono cose da sistemare ma che rientrano nella fisiologia delle cose. Siamo unico ospedale con ben 32 telecamere, tra cui una “remotizzata” all’area di emergenza".