Le eredi di Ezio Brancato - il funzionario regionale e socio della Gasdotti azienda siciliana, morto nel 2000 - Maria D'Anna e la figlia Monia Brancato hanno scelto l'abbreviato nel processo in cui sono indagate per trasferimento fraudolento di valori.
Il processo si svolge davanti al gup Filippo Serio. La vicenda è quella legata al trasferimento nel principato di Andorra di una parte del presunto tesoro degli eredi di Ezio Brancato. Negli scorsi mesi la Cassazione aveva annullato senza rinvio gli arresti domiciliari.
In quel caso hanno prevalso i motivi della difesa, rappresentata dagli avvocati Alberto Polizzi ed Ernesto D'Angelo. Erano stati i giudici del riesame di Palermo ad accogliere l'ipotesi dei domiciliari, dopo il ricorso della procura di Palermo.
Nel frattempo, la Procura ha chiesto la confisca del patrimonio che era stato sequestrato nel 2013 dopo un'indagine che aveva fatto emergere le infiltrazioni di Cosa Nostra negli affari della metanizzazione avviata da Vito Ciancimino. Il patrimonio è costituito da società, attività commerciali, immobili e disponibilità finanziarie. Il patrimonio messo in piedi sarebbe frutto di presunti affari sporchi ai quali il procuratore Francesco Lo Voi e i sostituti Siro De Flammineis e Gaspare Spedale, che coordinano le indagini sul cosiddetto Gruppo Gas, hanno dato la caccia in diversi Paesi, anche attraverso rogatorie internazionali.
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