La Cassazione ha annullato per un difetto di giurisdizione la sentenza della Corte dei conti sul presunto danno erariale contestato all'ex presidente della Regione Rosario Crocetta, all'ex pm Antonio Ingroia, a ex assessori e burocrati regionali. La sentenza riguardava le assunzioni nella società regionale dell'informatica Sicilia e-Servizi degli ex dipendenti del socio privato: secondo l'accusa, quelle assunzioni avevano violato il "blocco" previsto dalle norme. Le Sezioni unite civili della Corte di Cassazione presiedute da Giovanni Mammone hanno accolto i ricorsi dei politici e degli amministratori, al termine di un tortuoso percorso. Già in primo grado, infatti, la Corte dei conti si era espressa per il difetto di giurisdizione. Ma in Appello era stato accolto il ricorso della Procura, e così il processo contabile è ripreso. Fino all'ultima sentenza, quella della Cassazione, che ha annullato senza rinvio la precedente sentenza, mettendo fine al procedimento contabile, dichiarando la Corte dei conti non competente in questa materia che deve essere invece oggetto dell'esame del giudice ordinario. "E' giunta a una svolta decisiva - dice Crocetta - la vicenda che mi ha visto coinvolto davanti alla Corte dei Conti di Palermo dove sono stato chiamato a rispondere per i presunti danni arrecati alla società Sicilia e-Servizi. Oggi la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito che non spetta alla Corte dei Conti sindacare della gestione di una società che non è annoverabile tra quelle in house della Regione. Gli ermellini pertanto hanno definitivamente escluso che il presidente della Regione siciliana possa essere chiamato a rispondere dell'operato degli amministratori di una società meramente partecipata. Confidavamo, insieme al mio avvocato Attilio Toscano, nella possibilità, poi rivelatasi realistica, di accertare la mia assoluta estraneità alle contestazioni che mi sono state mosse, per più di quattro anni, dalla procura regionale della Corte dei conti". Per i ricorrenti, la natura "privata" di Sicilia e-servizi non era venuta meno né per il fatto che si trattava di una società "in house", né per il fatto che fosse partecipata (e quindi finanziata) da un ente pubblico come la Regione, né, infine, per il fatto che nel frattempo era stata messa anche in liquidazione. La giurisdizione della Corte dei conti insomma verrebbe attivata solo nel caso in cui il presunto danno erariale fosse commesso all'interno di enti pubblici per natura. Oltre a Crocetta e Ingroia, nell'indagine della Procura della Corte dei Conti erano coinvolti gli ex assessori Antonino Bartolotta, Ester Bonafede e Dario Cartabellotta, Nelli Scilabra, Michela Stancheris, Patrizia Valenti e l'avvocato dello Stato Giuseppe Dell'Aira, l'ex ragioniere generale Mariano Pisciotta e Rossana Signorino, dirigente del servizio partecipate. Nel frattempo, anche l'inchiesta per peculato si è conclusa con una archiviazione.