Trova un dito nel gelato. Macabra disavventura, dal «sapore» quasi surreale, capitata ad un cliente di un bar nella zona di Passo di Rigano, a Palermo. Una vicenda incredibile, che cela invece una ben più prosaica storia di lavoro nero. Tanto che il proprietario del locale è stato segnalato dai carabinieri alla magistratura per avere fatto lavorare in maniera del tutto illegale il suo dipendente. Ma andiamo ai fatti. Un signore entra nel bar caffetteria e chiede un cono gelato. Inizia a mangiarlo con grande soddisfazione, all’improvviso però si blocca. Ha sentito qualcosa di strano, guarda il cono e resta paralizzato. C’è un pezzo di dito, tranciato di netto. È incredulo, pensa di avere le traveggole, riguarda così il pezzo di carne conficcato nel gelato. Non si è sbagliato, è proprio un dito. Inorridito non sa che fare, poi pensa di chiamare i carabinieri. Nel giro di pochi minuti arrivano le pattuglie del nucleo Radiomobile e della compagnia San Lorenzo, i militari osservano il cono che nel frattempo si è quasi del tutto squagliato, ma il dito è conficcato sempre lì. E allora iniziano gli accertamenti. I militari chiedono al cliente dove ha acquistato il cono e poi si recano al bar caffetteria. Ed a poco a poco scoprono tante cose interessanti. In effetti dentro il bar lavora un impiegato che ha un dito messo molto male, un pezzo di falange è saltato di netto. Come mai? Un incidente, dicono i responsabili del bar. Soltanto che le cose non sono affatto così semplici. Perchè il pezzo mancante del dito del lavorante è finito nel cono dell’avventore. E non è una cosa da poco. E le cose non finiscono certo qui. I militari chiedono conto e ragione al titolare riguardo le condizioni di lavoro dell’impiegato col dito amputato. Ed emerge, sostiene l’accusa, che era stato assunto in nero, senza il pagamento di alcun contributo. E così, tassello dopo tassello, gli investigatori ricostruiscono questa vicenda. Il lavorante, in nero, ha avuto un incidente mentre lavorava nel laboratorio e il pezzo di dito gli è finito nel pozzetto del gelato. La cosa passa sotto silenzio perchè l’impiegato in realtà non si sarebbe dovuto trovare lì ed anche l’infortunio non è stato segnalato. Ma in questa storia manca ancora un pezzo. Quello del dito del barista in nero. Nessuno del locale a quanto pare si preoccupa di ritrovarlo e così la falange mozzata finisce nel gelato del cliente che se lo ritrova in bocca e quasi sviene. I carabinieri annotano tutto e parte la prima denuncia per lavoro nero. Ma l’inchiesta è appena agli inizi. Al vaglio degli investigatori c’è la posizione di un altro impiegato, che sotto l’aspetto contributivo e previdenziale non avrebbe le carte in regola. Almeno però lui ha tutte le dita. E poi c’è l’aspetto della sicurezza. Dentro il laboratorio del bar i militari hanno svolto diversi accertamenti e alcuni macchinari e prese di corrente non sarebbero in regola. La segnalazione dei carabinieri è già arrivata in procura e nei prossimi giorni il dipendente senza un dito sarà sentito di nuovo dai carabinieri. Una vicenda eclatante e davvero inedita causata però da un fenomeno ben conosciuto: il lavoro nero. Lo scorso anno, solo nel settore agricoltura, i carabinieri fecero decine di controlli in tutta la Sicilia. Quasi nell’ottanta per cento dei casi scoprirono illegalità e situazioni da terzo mondo. La percentuale scende nel mondo del commercio, dove però quasi un controllo su due risulta positivo.