Una vera e propria banda che avrebbe truffato all'Enel circa 2 milioni di euro. Oltre 150 persone raggirate ma l’accusa di truffa cade perché manca la querela per Alessandro Ingarra, difeso dall’avvocato Antonio Turrisi. Ingarra è stato assolto nel merito per uno dei 13 episodi di truffa che gli venivano contestati, assolto per improcedibilità per gli altri, condannato per associazione a delinquere a due anni e mezzo. Il pm aveva chiesto la condanna a sei anni. Ingarra finì in manette a maggio 2015 con Nicolò Regina. Tutto è partito dalla denuncia di un piccolo imprenditore palermitano. L'indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo, Dino Petralia, e dal pm Maria Teresa Maligno. Proponendosi come rappresentanti di imprese di energia alternative all'Enel, i due stipulavano contratti di fornitura elettrica con titolari di bar, pasticcerie, centri sportivi, artigiani e ristoranti, alcuni anche noti in città, promettendo sconti stratosferici sulla bolletta della luce (fino al 30%), spacciandosi per rappresentanti di una società tedesca inesistente. I due (Regina è stato processato in abbreviato) secondo l’accusa, intascavano i soldi delle bollette regolarmente pagate che, poi, non versavano all'Enel, riuscendo a mantenere ininterrotta l'erogazione da parte del gestore grazie ad un complicato giro di volture che consentiva di riprendere, di volta in volta, e senza soluzione di continuità, la fornitura di energia.