Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Rischio frane a Boccadifalco, il Comune rassicura: già ultimati i primi lavori

L’amministrazione comunale aggiusta il tiro su Boccadifalco, il quartiere di Palermo il cui costone roccioso è a rischio elevato di dissesto idrogeologico. Per l’area - rassicurano da Palazzo delle aquile, dopo l'annuncio di ieri - sono state già  realizzate opere per la mitigazione del rischio, dovuto a frane da crollo di elementi rocciosi, per un importo di 4,3 milioni di euro. Il lavoro è stato  ultimato ed è in fase di collaudo. Questa opera copre buona parte del territorio interessato e impegnerà risorse, tramite il “Piano di Sviluppo per la Città di Palermo”, che saranno  gestite dal commissario straordinario delegato per gli interventi per il rischio idrogeologico. Tale intervento di completamento per la mitigazione del rischio ha un importo di 3,7 milioni di euro. Altri  35 milioni di euro sono destinati alla restante parte del territorio comunale, sempre attraverso il Patto per lo sviluppo. Altri interventi per un importo pari a 58 milioni di euro, inseriti nella piattaforma R.e.n.d.i.s (Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo) sono in attesa di finanziamento. Resta comunque, per i cittadini e ai residenti che gravitano nella zona di Boccadifalco, il rischio "molto elevato" di dissesto, "in cui sono possibili gravi refluenze: gravi lesioni alle persone fino alla perdita di vite umane, oltre che danni funzionali o gravi agli edifici, infrastrutture, alle attività economiche e al patrimonio ambientale". L’allarme choc che ha allertato i residenti rientra per l’amministrazione comunale come una normale: “attività di informazione ai cittadini, svolta in piena coerenza con le linee guida emanate dal Dipartimento regionale Protezione Civile, negli anni 2007 e 2010 – spiega in una nota il Comune di Palermo È una normale attività dell’Ufficio di Protezione Civile che, anche per altre aree del territorio comunale, quali ad esempio, monte Gallo e Monte Pellegrino negli anni 2016 e 2017,  dove sono stati apposti dei cartelli monitori e informata la popolazione”.

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