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Palermo, richieste da 200 persone in meno di 2 mesi: così le donne gestivano il "call center" della droga a Ballarò

Nella banda le donne avevano un ruolo di primo piano, paritario a quello degli uomini. Erano loro a gestire il "call center" che distribuiva la droga ai clienti. Anche loro, insieme agli uomini, sugli scooter portavano cocaina, hashish e marijuana nelle case.

Sono donne cinque degli undici arrestati nel blitz della squadra mobile di Palermo che ieri ha fatto scattare le manette ai polsi di undici persone, accusate di far parte di una rete di spaccio che partiva da Ballarò.

Ogni mese la banda consegnava circa 1.260 chili di droga. "Poi qualcuno è stato arrestato. A questo punto - ha spiegato ieri Carla Marino che dirige la sezione Falchi della Mobile - le donne, per non interrompere il floridissimo traffico, hanno preso in mano la situazione". E il loro ruolo, ha spiegato, era tutt'altro che marginale.

Ai numeri di cellulare chiamavano anche professionisti per ricevere a casa cocaina, hashish e marijuana. E appena veniva fatto l'ordine, da Ballarò partivano gli scooter per recapitare la droga. I telefoni squillavano più volte al giorno.

"In una sola delle utenze - dice Rodolfo Ruperti, capo della Squadra mobile - sono state registrate dal 25 maggio al 10 luglio dello scorso anno 2288 chiamate da 200 utenze, di cui almeno una settantina in uso a persone che facevano richiesta di consegna della droga anche più volte al giorno".

L'organizzazione era familistica (qui altri particolari), con a capo Giuseppa La Cara, madre di Vito, Vincenzo e Natalina Valenti, sposata con un altro componente della banda, Eduardo Premuda.

 

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