Tra striscioni, slogan e canti contro la mafia, oltre mille studenti, provenienti da varie zone d'Italia, sono arrivati questa mattina al porto di Palermo a bordo della Nave della legalità, che ha aperto le manifestazioni per il 26esimo anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Sulla nave erano presenti anche il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho, che hanno viaggiato tutta la notte partendo da Civitavecchia dopo il saluto del capo dello stato Sergio Mattarella. Ad accoglierli il presidente della Camera Roberto Fico, la presidente della Fondazione Falcone, Maria Falcone, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il vicepresidente del Csm Giuseppe Legnini.
Anche quest'anno protagonisti delle iniziative commemorative i giovani: coinvolti circa 70mila studenti e studentesse di tutta Italia nella campagna #PalermoChiamaItalia, promossa dal ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Falcone.
È stata l'Aula Bunker dell’Ucciardone, simbolo del maxiprocesso, il luogo in cui si è svolta la cerimonia ufficiale. Tra le autorità sul palco, la sorella di Giovanni Falcone, Maria, che ha ricordato il faticoso lavoro di indagine portato avanti dal fratello: "Diceva che la mafia è un fenomeno umano e come tale ha avuto un inizio e avrà una fine", ha detto pronunciando una famosa frase del giudice ucciso dalla mafia. "Ho scoperto tante cose, mi diceva Giovanni - ricorda la sorella Maria durante l'intervento nell'Aula Bunker -. Già, chissà quante cose che noi non sapremo mai. La memoria e la trasmissioni dei valori di legalità alle nuove generazioni - ha aggiunto -sono uno strumento per sconfiggere la criminalità organizzata".
Intervenuti, tra gli altri, il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, il Capo della Polizia Franco Gabrielli. "Prenderemo Matteo Messina Denaro", ha dichiarato Gabrielli. "Questi criminali non hanno deliberatamente deciso di insabbiarsi - ha spiegato - Lo Stato è riuscito a fargli cambiare strategia". "Ringrazio Maria Falcone per avere voluto porre l'accento soprattutto quest'anno sul ruolo e l'importanza della scorta. Erano ragazzi che avevano voglia di vivere e capivano l'importanza del ruolo che avevano. La molla che deve muoverci è la passione - ha aggiunto - anche se molto spesso quello che vediamo non è quello che vorremmo. Sono convinto che una divisa non è solo un capo di abbigliamento, ma è tradizione e valori".
Pietro Grasso, uno dei magistrati che lavorò al fianco di Falcone e Borsellino negli ultimo periodo prima delle stragi, ha ricordato quei giorni: "Volevo combattere questo fenomeno violento che avevo conosciuto fin da ragazzo. Per me essere al maxi processo era il compimento di un percorso. Volevo esserci. Michele Greco ci augurò la pace prima che entrassimo in camera di consiglio - ha spiegato ancora Grasso - Io l'ho interpretata come pace nelle nostre coscienze. Così è stato".
Durante la cerimonia, Franco Gabrielli, Maria Falcone e Tina Montinaro, vedova di Antonio, caposcorta del giudice Falcone, hanno premiato le studentesse e gli studenti vincitori del concorso "Angeli custodi: l’esempio del coraggio, il valore della memoria", mentre il coro dell’Istituto Comprensivo «Sperone Pertini» di Palermo ha intonato il brano rap dal titolo «In questa città», preparato per l’occasione.
Nel pomeriggio, dopo le celebrazioni nell’Aula Bunker, le manifestazioni proseguiranno con i due tradizionali cortei di #PalermoChiamaItalia: il primo si muoverà alle ore 15.30 da via D’Amelio, il secondo alle ore 16 dall’Aula Bunker. Entrambi si ricongiungeranno sotto l’Albero Falcone, in via Notarbartolo, per il Silenzio, alle 17.58, l’ora della strage di Capaci. Infine, una messa, alle ore 19, presso la Chiesa di San Domenico, in ricordo delle vittime di mafia.
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