La terza sezione della corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna per Dario Nicolicchia che in primo grado ha avuto nove anni per aver fatto prostituire l’ex fidanzata minorenne. Confermati i risarcimenti per la vittima e ventimila per la madre della ragazza, assistite dall’avvocato Antonino Palazzotto. Assolto dal favoreggiamento alla prostituzione l'assistente capo della polizia Dario Pandolfini - accusato di aver fatto da tramite tra Nicolicchia, l’ex della donna, e altri clienti - che è passato da 3 anni e mezzo a 1 anno e 11 mesi pena sospesa (assistito dagli avvocati Marcello Montalbano e Ninni Reina). Avrebbe procacciato clienti anche il proprietario di un sexy shop che ha avuto le attenuanti generiche ed è passato da 4 anni a 2 anni e 8 mesi. Tra i clienti anche un avvocato che ha avuto 1 anno e 11 mesi (due anni e sei mesi in primo grado) assistito dall’avvocato Massimo Motisi. Ridotta la condanna a 4 mesi a un ristoratore (assistito da Fabrizio Meli e Francesca Quartararo) e a 5 mesi per un dentista e pene da 8 a 5 mesi per altri tre presunti clienti della baby squillo. Nicolicchia - secondo gli inquirenti - sarebbe riuscito a persuadere una ragazza, una studentessa palermitana sedicenne all’epoca dei fatti, avvenuti nel 2013, ad avere rapporti sessuali a pagamento. Nicolicchia avrebbe aperto una pagina Facebook, per attrarre clienti con inviti espliciti. La ragazza ha raccontato che tutte le volte in cui manifestava l’intenzione di smettere, l’uomo riusciva convincerla a continuare l’attività di prostituzione, attraverso pressioni psicologiche, facendole credere di avere problemi economici e promettendole anche un viaggio all’estero. Nel corso delle indagini sono stati individuati anche i clienti, che sono stati accusati di favoreggiamento della prostituzione minorile. Tra questi sono stati scoperti facoltosi professionisti, imprenditori e impiegati palermitani, che avrebbero pagato diverse centinaia di euro quegli incontri, che spesso si consumavano anche all’interno degli studi professionali di alcuni di loro. Durante le indagini, è emersa anche la figura di un'altra ragazzina, che aveva 14 anni all'epoca dei fatti, che Nicolicchia avrebbe spinto a rapporti con altri uomini. Per questa seconda accusa era stato spiccato un nuovo arresto a ottobre del 2016. L'imputato, difeso dall’avvocato Cinzia Pecoraro, ha ammesso di sapere che le sue donne avevano rapporti con altri uomini ma tutto sarebbe avvenuto in modo consensuale. Era una pratica di eccitazione, secondo Nicolicchia, condivisa dalle sue amanti. Tutto viene sempre rapportato, dall’imputato, alla soddisfazione delle sue pulsioni sessuali che non riesce a reprimere.