Sono nati a Palermo ma i loro genitori vengono da Ghana, Bangladesh, Egitto, Marocco, Algeria, Cina o Santo Domingo: 82 bambini che frequentano 9 scuole palermitane oggi hanno ricevuto a Sala delle Lapidi, nel Comune siciliano dove sono nati, la cittadinanza onoraria.
L’iniziativa rientra nel quadro del programma internazionale Unicef «Città amiche delle bambine e dei bambini» al quale il consiglio comunale ha aderito con la delibera dell’11 aprile 2013. La cerimonia è stata organizzata dalla presidenza del consiglio comunale di Palermo. «Sono orgoglioso che voi abbiate scelto di essere palermitani, voi siete il futuro di questa città», ha detto il sindaco Leoluca Orlando, che ha ricordato i nomi dei martiri palermitani incisi nelle lapidi della sala. «È un valore simbolico - ha spiegato Salvatore Orlando, presidente del consiglio comunale - è il sesto anno che aderiamo al protocollo Unicef, lo scopo è fare pressione sulle forze politiche per consentire a chi nasce in Italia di dirsi italiano a tutti gli effetti».
Un gesto simbolico che parte da una città dove l’assessore alla cittadinanza solidale, Giuseppe Mattina, ha «600 tutele di minori in carico, ma nella mia segreteria - spiega Mattina - ci sono tre persone che si occupano solo di questo, facciamo un lavoro di squadra per capire i reali bisogni dei ragazzi. Questo è un messaggio simbolico per dire che per noi la legge sullo ius soli anche se non temperata è fondamentale».
«Questo è un primo passo - spiega Alessandra Veronese, consulente per il comune di infanzia e diritti -. Così come fatto con le unioni civili dobbiamo metterci la faccia. Questa è una città particolare, basti pensare che soltanto l'istituto comprensivo Perez - Calcutta conta più di 23 etnie». "Sono molto emozionata per essere diventata una nuova italiana», dice Miriam, 13enne dell’istituto «Rita Atria», genitori del Ghana «da grande voglio fare la ginecologa». Con lei c'è Fedia: "mia madre, algerina, è fiera di me». Alex, 10 anni, genitori nigeriani tifa Palermo, mentre Caterina, 15, dice: «Mia madre non aveva capito bene di cosa si parlasse, spero capisca che noi siamo importanti per la città di Palermo».
«Loro rappresentano la seconda generazione - spiega l’insegnante Simona Catania - molte volte fanno da interpreti ai genitori per gli aspetti pratici del quotidiano e questo capovolge un pò il ruolo genitori-figli. Spesso dal punto di vista didattico sono più presenti dei palermitani». Al termine il sindaco ha chiesto ai ragazzi un applauso al presidente Mattarella, «palermitano come voi, ma che sta vivendo un momento complicato».
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