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Omicidio al mercato del Cep di Palermo, tutti assolti gli imputati

Il luogo della sparatoria al Cep dove morì Quartararo

Una faida tra famiglie lunga quindici anni, vecchie e nuove offese da vendicare, ingiurie e provocazioni.
E' in questo contesto che il primo ottobre del 2014 sarebbe maturata – secondo i pm Ilaria De Somma e Gaetano Guardì - la sparatoria al mercatino del Cep dove due uomini giunti a bordo di uno scooter spararono tra la folla contro i fratelli Umberto e Maurizio Quartararo, venditori ambulanti di frutta, ferendo lievemente anche una donna.

Tre settimane dopo uno dei Quartararo, Maurizio, morì in ospedale. Ma per la corte d’assise non c’è certezza che furono i fratelli Marra, accusati dell’omicidio e arrestati tre anni fa. La corte ha infatti assolto Marcello, Enrico e Salvatore Emanuele Marra, assistiti dagli avvocati Salvatore Ruta, Raffaele Bonsignore e Davide Cangemi.

La Procura ha intanto chiesto la condanna all’ergastolo anche per i fratelli Lorenzo e Alfredo Marra che hanno scelto l’abbreviato (la sentenza dovrebbe arrivare il 19 luglio). Davanti alla corte d’assise aveva ritrattato nei mesi scorsi uno dei testi chiave dell’accusa: la sorella dei Marra, Mariella, che sentita dai magistrati aveva detto che l’ordine era partito dalla madre ed era stato eseguito dai fratelli.

Completamente diversa la versione data alla Corte. “Non sono stati i miei fratelli – ha detto – Li avevo accusati perché avevano un debito di 14 mila euro nei miei confronti. Nemmeno la pistola ho mai visto”.

Secondo gli inquirenti, l’omicidio è stato compiuto dai Marra ed era programmato da tempo, almeno da quando - nel 2013, dopo un'altra sparatoria questa volta nei confronti di Lorenzo Marra - i fratelli avevano acquistato una pistola nascondendola a casa della madre, vera e propria ispiratrice dei propositi di vendetta. Sarebbe stata lei per i pm a impartire l'ordine dell'esecuzione: "Andate lì e fategli la testa come uno scolapasta".

Nessuno però parlò, tranne Mariella Marra, sposata con uno dei fratelli delle vittime, che si è presentata spontaneamente in questura raccontando il contesto in cui è maturato il delitto e accusando i suoi cinque fratelli. Poi la ritrattazione e adesso l'assoluzione per i fratelli.

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