La Procura ha chiesto la confisca di 48 milioni di euro che farebbero parte dell'impero economico degli eredi di Ezio Brancato. Il patrimonio era stato sequestrato nel 2013 dopo un'indagine che aveva fatto emergere le infiltrazioni di Cosa Nostra negli affari della metanizzazione avviata da Vito Ciancimino. Il patrimonio delle eredi di Ezio Brancato (la moglie Maria D'Anna e le figlie Monia e Antonella) è costituito da società, attività commerciali, immobili di lusso e disponibilità finanziarie. Nel 1981 nasceva la Gasdotti Azienda Siciliana fondata da due gruppi imprenditoriali. Uno faceva capo al tributarista Gianni Lapis. L'altro ad Ezio Brancato. L'azienda ottenne il via libera per realizzare la rete e la concessione per distribuire il metano in settantaquattro comuni di Sicilia e Abruzzo. Nel 2004, prima di essere venduta per 115 milioni di euro agli spagnoli della Gas Natural, la società era diventata un colosso del settore. Il patrimonio messo in piedi sarebbe frutto di presunti affari sporchi ai quali il procuratore Francesco Lo Voi ed i sostituti Siro De Flammineis e Gaspare Spedale, che coordinano le indagini sul cosiddetto Gruppo Gas, hanno dato la caccia in diversi Paesi, anche attraverso rogatorie internazionali.