PALERMO. Due processi per un’eredità. E i due protagonisti dei procedimenti si scambiano le parti di imputato e parte civile. Tutto questo per una decina di appartamenti e una somma di 600 mila euro. A tanto ammontavano i beni di Carla Sordi che morì nel 2016 a 97 anni. I due imputati, in due processi diversi, sono Ennio Ciralli e Rosario Speciale. Sordi è vedova e non ha figli. Ad accudirla è un cugino, Ciralli, con cui ha contestato il conto tanto che l’uomo versa anche il suo denaro. Ciralli si prende cura della vecchietta e da sempre ne amministra i beni. Il rapporto è di piena fiducia tanto che l'anziana ha fatto testamento nominandolo suo unico erede e gli firma pure gli assegni in bianco per le spese correnti. Tutto questo va avanti fino alla metà del 2012. Infatti a gennaio di quell’anno la donna si ammala, per evitare che il conto venga bloccato in caso di morte della signora, Ciralli trasferisce il denaro con un assegno su un altro conto. Ma la donna si riprende e torna a casa. Nel frattempo si avvicina alla anziana anche il figlio di una sua vecchia amica, Speciale, che denuncia Ciralli per circonvenzione di incapace. Ciralli si rivolge ad un giudice per la nomina di un amministratore di sostegno che fissa al 30 marzo 2012 la data per la consegna della perizia psichiatrica che si concluderà con la dichiarazione di incapacità di intendere e volere della donna. Solo che il 29 marzo salta fuori un nuovo testamento che annulla i precedenti e nomina Speciale erede universale. Così Ciralli denuncia Speciale. L’indagine su Ciralli la conduce il pm Vittorio Coppola, quella su Speciale il pm Renza Cescon che ne ha chiesto il rinvio a giudizio. A decidere sarà il gup Patrizia Ferro. I due imputati/parti offese sono difesi dagli avvocati Sergio Monaco e Roberto Avellone.