PALERMO. Avrebbero creato un sistema illegale per prescrivere fuori dagli ospedali terapie a base di ormone della crescita. Si tratta di un farmaco comunemente chiamato Gh con gravi effetti collaterali.
Secondo i carabinieri del Nas nella presunta truffa sarebbe coinvolti la docente universitaria della facoltà di Medicina e chirurgia, Carla Giordano, di 60 anni, dell’Università degli Studi di Palermo e il medico ricercatore in servizio nella medesima facoltà Alessandro Ciresi, di 43 anni. I militari hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di 104.694 euro nei confronti di Ciresi.
I due indagati in tre anni avrebbero somministrato privatamente ormone della crescita a bambini che non erano mai stati seguiti dalla struttura ospedaliera. Oltre duecento piani terapeutici semestrali che sono costati all’Asp oltre 800mila euro.
Ciresi e Giordano sono indagati per falso ideologico, abuso d’ufficio e truffa aggravata in danno dell’Università di Palermo.
La somma sottoposta a sequestro è l’equivalente del vantaggio economico conseguito dal ricercatore e derivante dal contratto di lavoro a tempo determinato e a tempo pieno che lo vincolava all’Ateneo, per un impegno di 1.500 ore annue, per il periodo dal primo marzo 2013 al 30 novembre, mentre in realtà, in tale arco temporale, il medico avrebbe effettuato attività libero professionale esterna non autorizzata e anche attività di consulenza per una importante multinazionale farmaceutica con la quale, già dall’anno 2012, aveva stipulato contratti di collaborazione finalizzati all’erogazione retribuita di consulenze endocrinologiche on-line.
L’indagine è scaturita da un accertamento effettuato il 23 febbraio 2016 nel dipartimento del farmaco dell’Asp di Palermo, su segnalazione del dirigente del reparto, nel corso del quale è emersa l’esistenza di 204 pratiche irregolari inerenti piani terapeutici a base di ormone somatotropo, GH – ormone della crescita, prescritti illecitamente negli anni dal 2014 al 2016 dal ricercatore universitario.
I militari hanno scoperto che l’ormone sarebbe stato prescritto ad almeno 133 pazienti, utilizzando il formulario identificativo dell’azienda ospedaliera universitaria Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo.
In particolare è stato poi verificato che i pazienti venivano sottoposti a visita, anche presso un centro medico privato, del ricercatore, medico non autorizzato alla specifica prescrizione, che avrebbe redatto i piani forte della collaborazione del docente universitario di suo riferimento, clinico prescrittore autorizzato dall’assessorato regionale della Salute per le specifiche prescrizioni.
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